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Cumana, impianto di segnalazione mai entrato in funzione: da 15 anni si circola a vista

Cumana, impianto di segnalazione mai entrato in funzione: da 15 anni si circola a vista

(CFN) NAPOLI – L’incidente che ha visto coinvolti due convogli della Cumana stamattina che, solo per fortuna non si è tradotto in tragedia, e dopo l’interruzione già da qualche settimana della Circumflegrea per un cedimento nei pressi della stazione di Pisani, entrambi per problemi legati alla rete ferroviaria mal manutenuta fa scoppiare nuovamente una ridda di polemiche fra i viaggiatori mentre le Amministrazioni dei comuni serviti da una delle più antiche ferrovie italiane.

Umberto De Gregorio presidente EAV srl
Umberto De Gregorio presidente EAV srl

L’EAV informa che stanno “verificando la dinamica dell’incidente” e che “è stata aperta una indagine interna. Non è da escludere che si tratti di mero errore umano” anche se proprio la società di gestione si spinge a precisare che “nelle linee ex Sepsa non esistono sistemi automatici di protezione della marcia del treno, per cui la circolazione è affidata al rispetto visivo del segnale che esistono invece in Circumvesuviana da circa trenta anni“. L’attuale sistema elettromeccanico, infatti, risale agli anni ’60.

Una “anomalia” unica quanto rara che quotidianamente costringe i temerari viaggiatori ad obliterare il costoso tagliando di viaggio e contestualmente ad “abbonarsi” a San Gennaro affinché il viaggio si trasformi al massimo in una disavventura da raccontare.

La stessa EAV rende noto che “nell’anno 2002 la ex Sepsa ora EAV avviava un programma di ammodernamento dell’esistente impianto di segnalamento, installato negli anni 60, sulla ferrovia Cumana. Sepsa affidava, in seguito ad aggiudicazione di gara ad evidenza pubblica, all’ATI Bombardier la progettazione e la realizzazione dei lavori di apparecchiature per il rinnovo dell’esistente impianto di telecomando e blocco. Il contratto di appalto veniva sottoscritto in data 2 maggio 2006″ che “da quella data vi sono state una seria infinita di controversie tra SEPSA (oggi EAV) e l’ATI Bombardier, in merito al finanziamento, alla esecuzione e progettazione e ad altri questioni giuridiche” che “il 23 giugno 2010 la ex Sepsa comunicava infine all’ATI la momentanea sospensione dell’attività relativa all’appalto in corso.  Per cui l’impianto nuovo non è mai entrato in funzione“.

Insomma, oggi l’EAV confessa che da quindici anni, nella sostanza, i passeggeri hanno viaggiato e viaggiano a proprio rischio e pericolo e che sarà costretta ad indennizzare la ATI Bombardier di “11 milioni di euro per danni ed interessi” e che ciò nonostante “il nuovo impianto di blocco automatico e telecomando tipo ACC Multistazione per il segnalamento ferroviario ed il controllo in sicurezza della circolazione treni si è ancora al punto di partenza“.

Una speranza, però, forse c’è perché il neo presidente Umberto De Gregorio di essere fiducioso nel poter “trovare un accordo con ATI Bombardier per pagare quanto dovuto ma avere in contropartita un nuovo impianto di segnalamento ferroviario“.

Una vicenda che ha dell’incredibile e che getta basi e presupposti affinché la Procura individui gli estremi per poter indagare vertici, politici e funzionari che hanno gravitato negli ultimi vent’anni intorno a questa fantasmagorica macchina mangiasoldi prima che gli eventuali rati vengano prescritti a patto che non lo siano già.

Ma Umberto De Gregorio, presidente EAV dal luglio di quest’anno, viene attaccato da più fronti, sbotta è ribatte: “Dice Lucio Mauro (ndr Presidente dell’associazione Cittadinanza Attiva in Difesa di Napoli) che sono deludente perché ho messo a rischio la mia credibilità in una impresa disperata che non ha alcuna possibilità di riuscita.
Si associa un certo C. Vollono (ndr un cittadino) il quale pontifica “per soldi e senza rischi ci si lancia in tutte le imprese”. Che tristezza. “Deludente”? , Lucio? E cosa dovremmo fare? Lasciare Cumana e Circumvesuviana in balia del disastro? Chiuderle? Licenziare tremila dipendenti? O forse va premiato il coraggio di una persona per bene che cerca di fare il possibile per rimediare ad un disastro ereditato dal passato? Certo, ci vuole tempo, coraggio, finanziamenti. Ma qualcosa si può fare e la faremo. E quel qualcosa sarà sempre meglio del nulla. Quanto a questo C. Vollono, ha proprio sbagliato. Esattamente il contrario. Senza soldi e con grandi rischi sto affrontando la questione EAV. Senza soldi perché prendo 43 mila euro lorde annui, al loro di imposte e contributi. Non arrivo a due mila euro nette al mese. Meno di un macchinista. Senza rischi?? Bhè, forse non sa di cosa parla. Rischio ogni giorno, con i dipendenti, con gli scioperanti, con la Corte dei Conti, con la Procura, ecc. ecc.. Avanti al mio ufficio c’era oggi la Digos signor Vollono”.

Uno sfogo, quello del neo presidente De Gregorio, che rende molto chiara la dimensione del pantano in cui la EAV sta affondando, e non da oggi.(CFN)