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Beni Culturali, i Campi Flegrei sono fuori dai programmi di recupero

Beni Culturali, i Campi Flegrei sono fuori dai programmi di recupero

(CFN) NAPOLI – Il MIBAC ha destinato ai Beni Culturali disseminati fra le provincie di Napoli e Caserta ben 91 milioni di euro. Nove i siti che vedranno l’apertura di altrettanti cantieri per il recupero di siti, beni archeologici e cultura. La condizione per l’erogazione dei finanziamenti che sono stati recuperati è che vengano rispettati i cronoprogrammi.
Buona parte dei fondi vengono da quelli europei a valere sul PoIn ‘Attrattori culturali, naturali e turismo’, altri provengono dai fondi Cipe.
A Napoli, gli interventi di manutenzione, restauro e modernizzazione di impianti di palazzo Reale, bosco e il museo di Capodimonte, Museo archeologico Nazionale, Certosa di San Martino, Castel Sant’Elmo, Floridiana mentre a Caserta, interventi e recupero per  Reggia e il real sito di Carditello. Per il bosco di Capodimonte sono stati previsti risorse per 7 milioni di euro, Castel Sant’Elmo 3,7 milioni, San Martino (museo e certosa) 5 milioni, per la Floridiana 4,7 milioni, Ercolano 3,2 milioni, Pompei 5 milioni. Qui serviranno per il riallestimento di due sezioni importanti chiuse da anni per problemi strutturali: quella Egiziana e quella epigrafica.
“Ci servono altri 10 milioni per riallestire il piano terra” dichiara la sovrintendente Maria Elena Cinquantaquattro.
Al real sito di Carditello andranno 3 milioni dopo i 2,2 che che sono serviti per l’acquisto. Alla Reggia di Caserta andranno due finanziamenti per un totale di 21 milioni,
Non un solo euro è stato destinato ai siti dei Campi Flegrei come Anfiteatro Flavio, acropoli di Cuma, Stadio Antonino Pio, Tempio di Serapide, ecc..
Per un area a “vocazione turistica” che guarda al futuro nell’ottica di una economia basata sul turismo  i presupposti sono essenzialmente zero. Miopia politica? Forti interessi polarizzati altrove? Incapacità nelle proposte? Scarsa cultura della politica locale? Inesistete “filiera” istituzionale? Di tutto un po’. Di certo è che il futuro dei Campi Flegrei non potrò essere fondato su un economia turistica perché, di fatto, manca la cultura di fondo.(CFN)