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Emergenza, habemus Piano di Protezione Civile

Emergenza, habemus Piano di Protezione Civile

Piano di Protezione Civile
Cinzia Craus, Vincenzo Figliolia, Massimo Raimondini, Marcello Martini e Rosella Nave

(CFN) POZZUOLI – Dopo l’approvazione in Consiglio lo scorso mese di gennaio il Piano di Protezione Civile del Comune di Pozzuoli diventa esecutivo: una App per cellulari e trentamila “manuali operativi” pronti per informare i cittadini. Il Piano, presentato dal sindaco Vincenzo Figliolia, è stato illustrato nei diversi aspetti da un team di professionisti incaricati. Solo pochi giorni fa, in occasione dell’esercitazione Efesto, avevamo rimarcato la necessità di attuare il Piano di Protezione Civile (leggi QUI).

Cinzia Craus, dell’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e Disaster Manager (esperta di pianificazione e gestione delle emergenze) ha illustrato sommariamente gli aggiornamenti del Piano di Protezione Civile 2016 rispetto a quello obsoleto del 2011 e le relative integrazioni ai nuovi sistemi di gestione delle emergenze della Regione Campania ente a cui è demandato il coordinamento dei Piani comunali. “E’ un Piano di Protezione Civile ampio – ha dichiarato la Craus – che è sostanzialmente suddiviso in tre parti: previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza. Sarà avviata per prima una campagna di formazione del personale – ha continuato Cinzia Craus – poi una d’informazione nelle scuole a partire dai docenti, contestualmente d’informazione alla popolazione con la distribuzione di trenta mila brochure: un vero e proprio manuale dell’emergenza” ha concluso.Piano di Protezione Civile - Opuscolo

Il “manuale” , in effetti, contiene ben 84 punti di aggregazione o “aree di attesa” (così vengono tecnicamente chiamate) dove i cittadini dovranno recarsi in caso di allarme. In questi punti saranno date ulteriori informazioni sulle aree di accoglienza e ricovero e tutte le informazioni utili su come comportarsi in caso di eventi sismici, idrogeologici, vulcanici o incendi. Tutte queste notizie, inoltre, sono contenute su un area dedicata ed accessibile dal sito del istituzionale del Comune oppure consultando l’ App “Io con Pozzuoli” scaricabile gratuitamente che, però, al momento o non sembra essere ancora incompleta.

Marcello Martini
Marcello Martini

Massimo Raimondini, del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell’Università di Napoli, ha illustrato lo studio avviato per classificare gli immobili a seconda del tipo (cemento armato, tufo) e della geometria di costruzione al fine di poterne determinare poi i possibili comportamenti in caso di eventi sismici. “E’ importante analizzare il tessuto edilizio considerando anche singoli edifici – ha detto Raimondini – in quanto questi, a parità di comportamenti, potrebbero interferire con un piano di evacuazione. Fondamentale una valutazione della vulnerabilità edilizia. L’esistenza di un ‘fascicolo del fabbricato’ sarebbe stato di grande aiuto”.

Rosella Nave
Rosella Nave

Marcello Martini dell’INGV – Osservatorio Vesuviano di Napoli, ha illustrato sommariamente la rete di sensori presenti sul territorio che tengono sotto stretta sorveglianza i Campi Flegrei oramai da anni e sulla scorta delle precedenti esperienze bradisismiche. “Ciò nonostante – ha detto Martini – non è possibile definire dei tempi di previsione degli eventi sismici. Quanto accaduto a L’Aquila ne è una testimonianza. Diverso è per le eruzioni che, di norma, danno dei segni premonitori sufficienti per fare la valutazione del rischio per poi, eventualmente, allertare la popolazione”.

Franco Alberto De Simone
Franco Alberto De Simone

Rosella Nave, geologa dell’INGV – Osservatorio Vesuviano di Napoli con un master conseguito in Svezia in scienze delle comunicazioni nell’ambito delle emergenze e profonda conoscitrice del sistema dei fluidi dell’area di Monte Somma-Vesuvio, ha illustrato le proprie esperienze fatte in altre aree del globo come in Perù dove la cosa più difficile è stata far comunicare due parti del territorio “spaccati” da una eruzione vulcanica. “Qui, nei Campi Flegrei – ha dichiarato la Rosella Nave – abbiamo cominciato facendo formazione ad un gruppo di 62 insegnati di vario ordine e grado”.

Sindaco Vincenzo Figliolia
Il Sindaco Vincenzo Figliolia

A capo del team l’architetto Franco Alberto De Simone direttore del COC Centro Operativo Comunale del Comune di Pozzuoli che risponde al Sindaco che è unico responsabile della pubblica incolumità.

Il sindaco Vincenzo Figliolia ha tenuto a precisare che “il COC è stato realizzato con fondi comunali” e che “potrebbe essere una risorsa anche per i comuni limitrofi di Bacoli, Monte di Procida, Quarto ma anche Procida. Il primo passo sarà divulgare il Piano portandone la conoscenza nelle scuole e nelle famiglie. Ogni cittadino deve essere il primo attore di protezione civile. Ma – ha continuato il sindaco – non c’è nulla di cui allarmarsi: tutti quelli che vivono su questo territorio ne conoscono le caratteristiche, in modo particolare quelle legate al bradisismo. Occorre abituarsi a convivere con questi rischi e nello stesso tempo essere pronti ad affrontare tutte le emergenze. È proprio la conoscenza che ci aiuta ad avere un rapporto meno traumatico con i fenomeni naturali ed i suggerimenti che offriamo ai cittadini aiuteranno ad assumere comportamenti adeguati senza essere sopraffatti dal panico”.

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Tavola delle scuole zona centro

Nell’ambito del COC annunciata la realizzazione di una “struttura mediatica per la gestione della comunicazione” ed alcuni provvedimenti di mitigazione del rischio come un intesa raggiunta con i dirigenti scolastici per definire un tetto alle iscrizioni per alcuni istituti finalizzato a diminuire la presenza di studenti in zone ad alto rischio come, ad esempio, centro storico e Solfatara. Solo in quest’area insistono otto scuole per un ammontare di oltre tremila studenti. Contemporaneamente saranno incentivate le iscrizioni, grazie ad una riqualificazione dell’offerta formativa, presso gli istituti periferici meglio serviti dalle “vie di fuga”.

Piano di Protezione Civile - Tavola_5_1_Vulnerabilit__edilizia
Tavola della vulnerabilità edilizia

A margine annunciati alcuni provvedimenti che saranno presto adottati: riassetto del Piano di Mobilità e avvio immediato dei lavori di rifacimento della condotta idrica che porterà all’interdizione della Domitiana nel tratto Accademia aeronautica-bivio ponte alla Solfatara.
Un altro provvedimento potrebbe essere quello che potrebbe interessare la movida cittadina: l’Amministrazione sta pensando all’istituzzione di un ticket d’ingrasso per l’ingresso nel centro storico delle ore di maggior affluenza serale per innalzare il target degli avventori.

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Tavola del rischio idrogologico

Ma dopo tanta “informativa”, e qualche riflessione, alcuni quesiti vengono spontanei, per esempio: come mai la divulgazione del Piano, oltre che studenti e famiglie, non interessa anche le attività imprenditoriali e commerciali del territorio; nelle 84 “aree di attesa” come vi giungeranno le informazioni e chi le darà; perché non chiamare le “aree di attesa” non chiamarle in modo più elementare e comprensibile per bambini e anziani “punto di ritrovo Solfatara”, per esempio; cosa accadrebbe se, a causa di un evento sismico, dovesse mancare l’energia elettrica ed i servizi di telefonia fissa e mobile non dovessero funzionare o andare in tilt per sovraccarico.
Quest’ultimo aspetto, che sembrerebbe secondario, è invece di vitale importanza tanto più se proprio il COC dovesse rimanere senza energia elettrica per mancanza di un gruppo elettrogeno, senza adsl o una adsl insufficiente per garantire un grande flusso di dati, ed ancora, se mal servito dalla telefonia mobile. Ancor più grave sarebbe l’impossibilità della Polizia Municipale di comunicare da una parte all’altra della città, da via Napoli a Monteruscello, ad esempio, a causa di una carente sistema di ricetrasmittenti e di ponti ripetitori locali autonomi.COC - sala operativa
Non molti anni fa, nel 2009, a L’Aquila, come tutti sappiamo, il terremoto causò un black out totale di rete elettrica e sistemi di telecomunicazioni che poterono riprendere a funzionare dopo diversi giorni e solo parzialmente. Unico media che riuscì a riprendere praticamente subito le trasmissioni fu la radio (Radio L’Aquila 1) che mettendosi al sevizio della Protezione Civile Nazionale consentì di far giungere le comunicazioni d’emergenza alla popolazione rifugiatasi nelle auto, ricoverate nelle tendopoli o alle persone rimase nelle poche case agibili e, nella stragrande maggioranza di casi grazie ad una radiolina ed un paio di batterie.(CFN – di Gino Conte)

Manuale di Protezione Civile