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Piani di emergenza, sono solo sulla carta
Nella foto Piero Moscardini, Mariateresa Moccia Di Fraia, Giuseppe Luongo e Giuseppe Coduto

Piani di emergenza, sono solo sulla carta

(CFN) POZZUOLI – Gli attuali Piani di Evacuazione dei comuni dei Campi Flegrei risalgono alla prima metà degli anni ’90. Non sono stati mai aggiornati e, tranne qualche sporadica esercitazione, giacciono nei cassetti degli Uffici di Protezione Civile comunali che non si sa dove siano e chi ne sia il responsabile. Una cosa è certa: la responsabilità totale dei cittadini è in capo al sindaco. Dei fantomatici Piani se ne è discusso ieri in un convegno dove scienziati ed esperti hanno analizzato su quanto accaduto nel corso dei due principali eventi bradisismici degli anni ’70 ed ’80 ma anche illustrato quali potrebbero essere i rischi attuali e futuri. Tutti concordi su un punto: con il fenomeno bradisismico bisogna conviverci.

Giuseppe Luongo, noto vulcanologo ha dichiarato che “l’area flegree e quella vesuviana sono tra le più monitorate del mondo quindi in ogni momento è possibile leggere i dati e conoscere i vari livelli di emergenza. Spetta però al decisore politico stabilire l’evacuazione. La decisione non è facile perché può rivelarsi impopolare – ha dichiarato Luongo – visto che la probabilità di eruzione è molto remota, considerata anche che ci siano quasi tutti gli elementi che ce lo fanno pensare. Pertanto è necessario che la comunità scientifica stabilisca un “punto di non ritorno” condiviso da tutti. Sono necessari – ha ancora dichiarato Luongo – i Piani di evacuazione che devono stabilire sia come avviene la mobilitazione e sia in che modo noi dobbiamo usare il territorio”.

Piero Moscardini, esperto nella gestione delle emergenze, ha detto che “è necessaria una collaborazione tra la stampa e la comunità scientifica per dare alla popolazione una corretta informazione – ha detto Piero Moscardini, già alto funzionario della Protezione Civile – purtroppo in Italia ci sono pochi Vigili del Fuoco rispetto alle reali bisogni per questo bisogna dare più professionalità ai corpi volontari della protezione civile, una forza che può dare un grande contributo in caso di disastro. La pianificazione è tutto. La gente deve essere coinvolta”.

Entrambi, Luongo e Moscardini, all’epoca direttore dell’Osservatorio Vesuviano e funzionario della Protezione Civile di Roma inviato da Zamberletti l’altro, gestirono la crisi bradisismica dal 1982 al 1985 prendendo fra mille problemi decisioni non facili.

A fare da eco ai due principali relatori Giuseppe Coduto, in servizio presso il Dipartimento di Protezione Civile di Roma, vice presidente di E.Di.Ma.S. – Emergency and Disaster Management e responsabile del corso “Emergency Management” presso la Università “La Sapienza” di Roma, il quale pone l’accento sulla necessità di fare valutazioni del rischio e la pianificazioni e gestioni delle eventuali emergenze in modo competente.  “E’ opportuno che la stesura dei Piani – dichiara Giuseppe Coduto – venga fatta da persone che hanno una visione completa, e non parziale, del problema. Che siano Piani condivisi dalle diverse componenti che vi dovranno partecipare e che diventeranno poi attori nel momento dell’emergenza. La pianificazione deve prevedere anche il massimo coinvolgimento della popolazione. Bisogna dare il giusto valore ad ogni singolo cittadino che può dare il proprio, piccolo ma importante, contributo. I finanziamenti messi a disposizione della Regione Campania – conclude Coduto – sono l’ultima possibilità che hanno i comuni di dotarsi degli strumenti di pianificazione validi.”.

Sono intervenuti sull’argomento alcuni sindaci, assessori e referenti dei principali comuni direttamente coinvolti.

Il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia ha annunciato l’imminente inaugurazione del COC Centro Operativo Comunale ma ha anche evidenziato come l’attuale Piano sia obsoleto in considerazione di una crescita di popolazione residente nel centro storico che di contro doveva, dopo il bradisismo dell’ ’82-‘85, essere ridotta del 50% rispetto al periodo precedente. Inoltre, che nei fine settimana la presenza di persone nell’area del centro storico e di via Napoli si raddoppia.

Il sindaco di Monte di Procida Franco Iannuzzi ha riferito che il Piano di Emergenza comunale è stato già aggiornato dall’Ufficio Tecnico comunale.

L’assessore di Bacoli Michele Petrone ha informato che il Piano è in via di aggiornamento ma che c’è la necessità di un coordinamento in quanto molte vie di fuga sono di competenza dei comuni limitrofi.

L’architetto Francesco Ferrara, per conto della Commissione Straordinaria, ha fatto presente che l’atteggiamento delle istituzioni e della popolazione nei confronti delle emergenze è cambiato e che il Piano dovrà’ essere semplice e snello per dire esattamente quello che bisogna fare.
Tutti hanno sottolineato la necessità di integrare i piani comunali in un Piano di Evacuazione dei Campi Flegrei ma nel frattempo, non coordinandosi, hanno perso il 20% di ulteriori fondi. Per adeguare i Piani il comune di Pozzuoli beneficerà di 100mila euro, il comune di Bacoli di 75mila euro, Monte di Procida di 37,500 euro.

A rassicurare tutti è intervenuto anche l’assessore regionale alla Protezione Civile Edoardo Cosenza il quale ha detto che “la Regione Campania ha già adottato le linee guida delle emergenze e quasi tutti i comuni della regione hanno presentato domanda per ottenere i finanziamenti per la stesura dei piani di evacuazione. Ora però – ha continuato Cosenza – è necessario lavorare molto sui Campi Flegrei. La Regione ha il compito di coordinare i Piani Comunali i quali devono essere molto semplici. I cittadini devono conoscere quali sono i quattro segnali che individuano il livello di emergenza: verde, giallo, arancione e rosso. Oggi il Vesuvio ha un livello pari a quello verde mentre i Campi Flegrei sono a livello giallo per l’attività registrata in questi anni di lieve sollevamento. Ovviamente siamo ancora lontani dell’emergenza. Un’altra cosa che devono sapere i cittadini – dichiara ancora l’assessore regionale – è a quale categoria rientreranno in caso di fuga. La prima categoria è di quelli che hanno un’autonoma sistemazione. Tutti gli altri invece saranno ospitati dalle regioni gemellate ancora da definire. In questo caso o si raggiunge la regione con mezzi propri oppure con mezzi messi a disposizione delle istituzioni. In ogni caso l’emergenza scatta 72 ore prima quindi c’è tutto il tempo, già calcolato in base alle attuali vie di fuga, per permettere un’evacuazione ordinata”.

Di quanto detto esiste traccia sulle carte ma il cittadino, l’uomo comune, l’alunno, allo stato attuale non saprebbe cosa fare e dove andare in caso di emergenza.

Intanto, giusto oggi, fatalità, i Campi Flegrei hanno tremato per una scossa di magnitudo 1,9 localizzata fra Solfatara e Pisciarelli. Ma, come ha anche detto Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, ieri “Vesuvio e Campi Flegrei sono i posti più controllati al mondo. Prima che il livello di allerta, da giallo ad arancione, si debba elevare devono il verificarsi tutta una serie di condizioni che allo stato attuale non ci sono“.(CFN)