Campi Flegrei e Vesuvio, rischio ed emergenza: in arrivo un nuovo Piano-2

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Campi Flegrei e Zona Rossa

di Franco Mancusi

(CFN) NAPOLI – Fumata grigia per i piani di sicurezza nell’area del bradisismo. Avviato il confronto con i sindaci per i progetti di adeguamento delle infrastrutture e dei servizi essenziali. Rinviata ancora una volta, invece, la scelta dei gemellaggi per il trasferimento temporaneo delle comunità a rischio nelle diverse zone d’Italia. L’ulteriore allargamento della zona rossa ovviamente rimescola le carte, complicando i giochi della macchina di Protezione Civile. Spostare settecentomila persone al di fuori della regione non sarà uno scherzo ma, soprattutto, preoccupano i problemi logistici, i tempi di attuazione, gli ostacoli organizzativi che si presentano sulla strada del successo dell’operazione.

Nel documento preliminare consegnato ai sindaci sono indicate le linee-guida essenziali del piano di sicurezza dei Campi Flegrei, disegnato nella falsariga del progetto già da qualche anno approvato per gli ottocentomila residenti nel comprensorio vulcanico del Vesuvio. Al momento il quadro della situazione logistica  è deprimente. Vie di fuga inadeguate, ferrovie malandate, porti insufficienti, presidi sanitari limitati, scarsa cultura dei fenomeni naturali e del rischio. Sarà un’operazione a vastissimo raggio per fronteggiare l’emergenza (nel caso remoto, ma non impossibile) di una nuova eruzione vulcanica, il comprensorio dei Campi Flegrei, ormai allargato ad un bacino di utenza che abbraccia mezza città di Napoli, parte praticamente da zero.

Immaginate la fuga degli abitanti di Pozzuoli o di Quarto, di Fuorigrotta o di Soccavo e Pianura con i mezzi pubblici oggi assicurati dalla Cumana, dalla Circumflegrea, dalla metropolitana? Oppure il traffico delle auto private costrette a spostarsi, sotto l’incubo del vulcano, attraverso il caos della Domitiana, della Tangenziale, dell’asse  mediano, della rete di strade provinciali? Gli amministratori locali avranno un mese di tempo per formulare osservazioni ai progetti indicati dalla Protezione Civile. Il prossimo 30 novembre tutti si ritroveranno al tavolo della Regione per riprendere il confronto e stringere i tempi di attuazione di un piano atteso praticamente dagli anni successivi all’ultima emergenza del bradisismo, fra l’82 e l’84.

Anche sul piano politico l’esito incerto del vertice ha provocato nuovi motivi di fibrillazioni. I sindaci insistono sulla necessità di poter contare su finanziamenti di somma urgenza per realizzare almeno le opere di pronto intervento ambientale. E il movimento dei Verdi della Campania, con il segretario Francesco Emilio Borrelli, preannuncia sit-in di protesta nelle località dei Campi Flegrei a più alto rischio vulcanico. Ulteriori confronti saranno avviati nei prossimi giorni dall’assessore regionale Cosenza, che ha riaperto i termini del bando per l’assegnazione di quindici milioni di fondi europei per le opere immediate di maggiore urgenza nei Comuni a più alto rischio vulcanico, idrogeologico, ambientale.(CFN)

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