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Bradisismo, il vulcanologo Luongo ci spiega cosa sta accadendo. Conoscere il fenomeno con consapevolezza per vivere nei Campi Flegrei

Bradisismo, il vulcanologo Luongo ci spiega cosa sta accadendo. Conoscere il fenomeno con consapevolezza per vivere nei Campi Flegrei

(CFN) POZZUOLI – Nei Campi Flegrei è da tempo in atto una recrudescenza del fenomeno bradisismico che sta facendo vivere spesso momenti di apprensione. Mercoledì 29 marzo è stata registrata una importante scossa di magnitudo 3.6: la più forte negli ultimi quarant’anni.
Il sollevamento del terreno, registrato dalla rete di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano, è di 87,5 cm da gennaio 2011 ad oggi con una velocità di sollevamento, da dicembre ad oggi, pari a circa 13 millimetri al mese.
Valori e fenomeni che indiucono ad un inutile allarmismo a condizione che si comprenda il fenomeno.
A chiarirci alcuni concetti il noto vulcanologo, Professore Emerito Fisica del Vulcanismo dell’Università Federico II di Napoli, Giuseppe Luongo che negli anni ’80 ha seguito da vicino la crisi bradisismica.

Prof. Guseppe Luongo

Bradisismo: Acquifero o Intrusione Magmatica ?
Questo è l’interrogativo espresso da un esperto del fenomeno del Bradisismo nel definirne la causa. Lo stesso privilegia l’azione dell’Acquifero. Ma l’Acquifero non può essere la causa prima dell’evento bensì al più il mezzo, in quanto l’energia necessaria perché il suolo si sollevi è fornita da processi tettonici che producono fratture della crosta e risalita di fluidi magmatici nella crosta superiore, attraverso una struttura complessa mantello-crosta, con accumuli di volumi di magma a profondità variabili in risposta a equilibri gravitazionali, dettati dai contrasti di densità tra magma e rocce incassanti. I sostenitori della tesi che sia l’Acquifero la causa del sollevamento non possono fare a meno del suo riscaldamento dal flusso di calore di una massa magmatica. Su questo punto alcuni sostenitori della tesi dell’Acquifero si limitano ad escludere del tutto l’azione del magma, altri ipotizzano la presenza di una camera magmatica a 8 km di profondità ed escludono la presenza di un’intrusione magmatica superficiale. La camera magmatica a 8 km di profondità è ipotizzata da modelli per interpretare la composizione petrografica dei prodotti eruttati nei Campi Flegrei, mentre le prospezioni sismiche effettuate nell’area non rilevano tale struttura. Infine due elementi da prendere in considerazione nel rappresentare la sorgente del Bradisismo. La forma che assume la deformazione del suolo nelle componenti verticale e orizzontale, con il sollevamento massimo al centro della caldera e regolarmente decrescente procedendo verso la parte periferica della caldera e annullarsi a 5-6 km dal centro. Tale scenario è perfettamente modellato da una piastra con un raggio di 5-6 km e spessore 3 km, vincolata ai bordi, spinta da una sorgente di pressione al centro della piastra. Tale scenario non si può rappresentare con l’azione di fluidi idrotermali diffusi in tutta la caldera, come mostrano i dati relativi ai sondaggi profondi effettuati a Baia, a Via Campana, ad Agnano, e riscaldati da una sorgente magmatica profonda. In termini vulcanologici, il modello dell’azione della spinta magmatica si traduce in una sorgente di pressione a circa 3 km di profondità al centro della caldera flegrea con simmetria centrale, prodotta da un’intrusione magmatica di sezione contenuta giunta alla profondità di equilibrio gravitazionale. La sua migrazione ulteriore verso la superficie potrebbe verificarsi nel caso si generasse una fratturazione intensa nelle rocce di copertura che produrrebbe la depressurizzazione della sorgente magmatica. In tali condizioni con il monitoraggio è necessario seguire attentamente l’evoluzione della sismicità e delle deformazioni: energia e meccanismi dei terremoti; insorgere di sciami di lunga durata; migrazione della sismicità verso la superficie; rappresentazione separata degli ipocentri da fratturazione da quelli da esplosioni freatiche; variazione del campo di deformazione con la migrazione della sorgente di spinta.
Quesiti ai sostenitori dell’Acquifero come sorgente del sollevamento del suolo e sismicità : quale scenario ipotizzano per il futuro ? Solo esplosioni freatiche ? In tal caso il sistema di Sorveglianza non è impegnato a registrare precursori di un’eruzione magmatica ? Se, invece, non si esclude la possibilità che si verifichi un’eruzione, il sistema attuale di monitoraggio è adeguato per “prevederla”, tenuto conto della localizzazione del magma a una profondità di 8 km, secondo le loro elaborazioni ? Quali potrebbero essere i segnali precursori per l’evacuazione della zona rossa , in termini quantitativi e non qualitativi ?
Fornire ipotesi quantitative sull’approssimarsi dell’evento nasce dalla necessità di non produrre confusione nell’interpretazione del livello di pericolosità con l’esprimere tale livello con attributi alto, medio, basso.
In buona sostanza se i segnali precursori sono sismici, deformazioni del suolo e geochimici, sarebbe opportuno indicare magnitudo del terremoto di soglia, durata, energia e profondità degli sciami sismici, massimo valore del sollevamento e della deformazione nella componente orizzontale, massimo valore del flusso di gas nelle aree ad attività idrotermale. Tale scelta mostrerebbe sperimentalmente quanto sia attendibile lo scenario dei precursori. Infatti anche un risultato negativo, inteso come previsione non verificata, ovvero come falso allarme, sarebbe un risultato positivo per la crescita della conoscenza del fenomeno, da utilizzare per adeguare il sistema di sorveglianza.
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Il problema, quindi, non è eruzione si, eruzione no, bensì conoscere per tempo l’evolversi degli eventi per poter affrontare in modo consapevole e disciplinata una evacuazione ma, soprattutto, in sicurezza. Non è un giro di parole ma una emergenza mal affrontata potrebbe causare molti più danni dello stesso evento che nessun umano può gestire. A questo punto bisognerebbe entrare nel merito del Piano di Emergenza Comunale integrato che le amministrazioni locali avrebbero redatto e che i cittadini, piccoli e adulti, dovrebbero conoscere.(CFN)