Bradisismo: la scossa di 4.4 era prevedibile?

(CFN) POZZUOLI – E’ la domanda che ci angoscia da sempre: le scosse sono prevedibili? Secondo i ricercatori dell’Osservatorio Vesuviano il Bradisismo è un fenomeno conosciuto dagli effetti imprevedibili e questo non consente di poter prevedere nulla se non uno scenario in costante evoluzione. Ma lo è da millenni.
Dopo la scossa di questa notte, dopo le dichiarazioni di Mauro De Vito e Francesca Bianco dell’INGV, che hanno detto che il sistema di rilevazione aveva registrato un picco di accelerazione della velocità di sollevamento del suolo siamo andati alla ricerca di elementi utili per capire meglio se è ipotizzabile prevedere con sufficiente anticipo certi eventi che recano danni in maniera indiretta.
Il terremoto di stanotte è il più forte terremoto mai registrato dalla rete dei sismografi flegrei in epoca strumentale. La magnitudo durata ha restituito un valore di 4.4 che non rende giustizia ai dati di scuotimento rilevati dalla rete accelerometrica nazionale. Nella zona epicentrale compresa tra Monte Olibano, Agnano Pisciarelli e Via Napoli sono stati rilevati picchi di accelerazione decisamente eccezionali.
Se la scossa del 17 febbraio aveva portato un pga fino a 0.5g, questa volta il valore di g è stato superato con punte di 1.1g. Secondo le leggi della fisica, si supera la forza di gravità quando si compie un salto sulla punta dei piedi e ci si stacca dal suolo per brevissimi istanti. Questo è esattamente quello che è accaduto ai fabbricati della zona epicentrale.

Dell’evento di questa notte, considerando tutte le tolleranze ed i margini di errore, non è comprensibile come mai siano stati ignorati valori di sollevamento che rappresentano dei precursori da porre all’attenzione alla Protezione Civile per le opportune valutazioni. Se è vero che i terremoti non si possono prevedere non è possibile che con tutta la tecnologia e l’esperienza, acquisita anche sul campo, ignorare certi segnali che potrebbero salvare vite pur rischiando di procurare un falso allarme. Come dice un vecchio detto: “meglio prevenire che curare”.
Ed allora, se esistono dati disponibili con frequente cadenza, come mai la storicità non viene considerata e il dato in real time non osservato allo stesso modo per poter valutare uno stato di preallerta?
E’ stato acclarato, e dichiarato da De Vito e Bianco nel corso di un incontro con la Stampa, che c’è una strettissima correlazione fra velocità di innalzamento e scosse. Quindi, se il dato dell’innalzamento, ovvero del picco della velocità esiste ed è registrato, perché non utilizzarlo?
Ed ancora, perché, non si tiene conto del dato considerando la tolleranza massima ipotizzabile visto che ci sono in gioco vite umane?(CFN)