Casale di Cappella, successo per la messa in scena di “Sabato, domenica e lunedì” di De Filippo

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La Barraca 5
Salvatore Illiano
Salvatore Illiano (foto di Sabry Guarino)

(CFN) BACOLI – Una bella ed intensa interpretazione post-eduardiana per  la commedia “Sabato, domenica e lunedì” (1959) di Eduardo, con la regia di Salvatore Illiano. E’ uno spaccato su una  famiglia piccolo borghese ancora all’antica, prima del boom economico e molto legata alla tradizione partenopea (il ragù e il pranzo domenicale, le relazioni nonni-genitori-figli, zii, il Pignatiello, l’amore per Pulcinella e il teatro etc).  La scena si inserisce armonicamente nello scenario architettonico del Casale (finestre, terrazzi, lampioni, gradoni): necessariamente essenziale con un balconcino nella cucina che porta in risalto e in primo piano il testo.
Che sembrerebbe più una eredità di Cechov che quella di Scarpetta.  Energia e coralità del gruppo, che trasferisce emozioni e sentimenti dei personaggi, con gran divertimento e piacere degli spettatori. Gli interpreti si calano nei personaggi muovendosi a proprio agio tra palco e realtà architettonica. Vincenzo Pisano dipinge  il sarto con estrema naturalità. Come lo stesso Gianni Biccari nel ruolo del medico, Peppe Coppola in quello del figlio Roberto e Angela Illiano di sua moglie. Geny  Esposito bene in parte (cameriera) e Matteo Biccari in quello di Federico. Filippo Merone si cala con destrezza e presenza scenica nel figlio Rocco e double face in quello di Michele, maschera dal sapore surreale; sorprendente parafrasi recitativa quella di Antonio Barca nei panni del nonno, patriarca e rinfrollito; precisa e misurata e molto apprezzata la prova di Livia Guardascione nelle vesti di una spassosa e filosofa zia Memè, impertinente e professorale che duetta con il figlio imbranato, interpretato con vis comica da Rosario Cordova; Silvana Sollazzo sembra uscita da un sogno pirandelliano nei panni di Elena, elegante e misurata, da contrappunto al marito azzimato ( il ragioniere) interpretato dall’ottimo ed esperto Luciano Piccolo. Bene anche la prova del fratello -pulcinella, recitato da Alessandro Di Vaio. Interessante e vigorosa la prova di Mery Esposito  in Giulianella, la figlia volubile e sventata. La trama prende le mosse da un equivoco e gira e rigira (come il ragù) intorno alle incomprensioni di Rosa ( brillantemente e sapientemente interpretata da una poliedrica Rosalinda Izzo, ormai regina dell’universo filodrammatico) e l’introverso Peppino, marito geloso a cui Salvatore Pogliana da uno spessore psicologico e una presenza scenica linda ad orologeria, con scene e controscene , silenzi e gestualità asciutta. L’intreccio, le emozioni, lo scontro tra i protagonisti non viene trattato direttamente: ma attraverso il turbinio di azioni e re-azioni dei personaggi, nei quali gli spettatori si riconosce di volta in volta, grazie anche alla bravura e ad un cast efficace e affiatato. L’affetto coniugale e il reciproco scambio alla fine vincono. Ma a vincere oltre la “Barraca” è il Casale, arte nell’arte, e l’associazione Cappella Futura , deus ex machina, della quinta edizione del Borgo in Festa, aperta  a giugno con un onirico ed apprezzato remake della Scintilla di f. Napolitano  il “Trombone bis” con il duo Morra-Sovente. Prossimo appuntamento domenica 12 luglio con Lello Milucci e i suoi allievi, che presenta “In..canto musicale d’estate” Questa Estate 2015, tra le quinte del Borgo, continua lo spettacolo nello spettacolo.(CFN di Franco Napolitano)

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