Cava Lubrano sequestrata, c’era anche amianto nel rogo

Vista dall'alto di Cava Lubrano a Bacoli
(CFN) BACOLI – A distanza di una venti giorni dal rogo di Cava Lubrano, nei pressi del Castello di Baia, arrivano le analisi compiute dall’ARPAC che confermano che sono andati bruciati anche materiali contenente amianto. A renderlo noto è il Comune di Bacoli in una nota. L’amianto era contenuto in frammenti di un manufatto smaltito, evidentemente, in modo abusivo. Adesso, come previsto dalla normativa, si dovranno verificare le concentrazioni l’inquinamento delle aree circostanti come terreno, vegetazione e l’area di sversamento interessata.
“Abbiamo pronto un intero incartamento da consegnare alla Procura della Repubblica – ha dichiarato il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione – arricchendo il copioso fascicolo già inviato nei giorni scorsi sul caso. Parimenti lunedì partirà una nuova ordinanza sindacale con cui obbligheremo i titolari della Cava non solo alla messa in sicurezza degli spazi coinvolti, ma anche allo smaltimento ed all’indagine ambientale. In sintesi, – conclude il sindaco – chiederemo ai titolari di effettuare l’opportuna bonifica della cava sulla quale non smetteremo mai di vigilare.”.
Smaltimento e bonifica a carico dei proprietari della cava, la Pozzolana Flegrea srl della famiglia Lubrano, che dovranno garantire il ripristino dell’equilibrio ambientale che si spera non sia a carico della collettività così come si paventò in una proposta di progetto di recupero e riconversione di Cava Lubrano con la realizzazione di un Parco Turistico con tanto di resort e attracco barche che giunse sul tavolo del Consiglio dei Ministri all’inizio del 2014 che venne approvata il 6 giugno successivo a cui seguì una interpellanza dei senatori Paola Nugnes, Vilma Moronese, Sergio Puglia, Andrea Cioffi, Giuseppe Vacciano, Michela Montevecchi, Barbara Lezzi,Vincenzo Santangelo, Ornella Bertorotta ed Enrico Cappelletti.
Cava Lubrano era già stata precedentemente posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria di Napoli che ne stabilì poi il dissequestro finalizzato alla bonifica con obbligo di controllo trisettimanale da parte dell’ARPAC fino a termine delle procedure di bonifica. L’ARPAC considerò, con una nota del 2 luglio, conclusa la bonifica a metà del 2013
Intanto, oggi, Cava Lubrano è stata posta nuovamente sotto sequestro dalla Polizia Municipale per essere nuovamente bonificata.(CFN)