“E la Stella indicò la via”, dodici quadri sulla Natività

“E la Stella indicò la via”, dodici quadri sulla Natività

(CFN) POZZUOLI – Si è tenuta nei giorni scorsi l’ottava edizione di un Presepe vivente che ha visto come protagoniste le ospiti della Casa Circondariale di Pozzuoli.

Un Presepe che vive di luce propria dal 2008, nato dalla tenacia, il vigore, l’entusiasmo, la passione del Team docenti, le prof.sse Apa, Caccavale, Cicala, D’Emilio, Lucignano, Minale, Schiavone, e di 41 allieve frequentanti la scuola carceraria Cpia Napoli Provincia 1, diretta dalla DS Prof.ssa F. Napolitano. Un allestimento che ogni anno si arricchisce di presenze, atmosfere, emozioni, parole sempre nuove, diverse, un allestimento “artigianale”, dove ciò che si butta oppure è inutile riacquista nuova vita e, ben assemblato, si trasforma in qualcosa di necessario e indispensabile. Alle spalle un lavoro didattico di contestualizzazione storica, di conoscenza di tradizioni, leggende, racconti del presepe popolare napoletano, dei suoi personaggi, le simbologie, i suoi spazi. Il Presepe come mediazione fra storia e fede, tempo ed eternità, verità e leggenda, tradizione e attualità, sogno e realtà.

“E la Stella indicò la via”, questo il titolo della drammaturgia, è il punto di incontro tra Oriente ed Occidente, mondi lontani, ma che nel nostro presepe sono vicini più che mai. La capanna di Betlemme convive con le locande dei bassi napoletani, i villaggi della Palestina con le botteghe di piazza Mercato, la taranta con la danza del ventre, le tammorre e le castagnette con il tintinnio delle pietre preziose dei copricapo arabi. Il Monaciello e Pulcinella si confondono tra il corteo dei Re Magi, veggenti e venditrici d’oro, castagnare e capere, lavandare e astrologi sapienti. Nenie africane e ninna nanne della nonna, Mozart in chiave araba, il rock di P. Gabriel e le note del piano jazz di R. Marcotulli. E poi la voce di Eduardo che irrompe all’improvviso a salvare l’Innocenza e la Bellezza, gli antichi segreti del presepe di Luca Cupiello. Contaminazioni che avvicinano. E conducono sulla strada illuminata dalla Stella, la via rivelata che porta alla salvezza. Ѐ una Notte di prodigi e anche Benino, il giovane pastore addormentato, si sveglierà, supererà la soglia del dubbio e si metterà in viaggio. Ѐ l’umanità tutta che si incammina all’alba di un giorno nuovo.

Il 13 dicembre 2023 le luci del Presepe Vivente si sono accese (un grazie a chi ha dato un supporto tecnico interno R. Taurino, E. Illiano, A. Morrone; al Comandante di PP, Ispettori, Capoposto, Agenti di PP per disponibilità ed adesione), nel Teatro dell’Istituto, per le compagne detenute e subito dopo per i familiari delle 41 protagoniste. Una serata intensa. Il Direttore della CCF dott.ssa Palma e la Dirigente Area Trattamentale dott.ssa Intilla hanno fatto loro un dono di Natale. Il teatro si è riempito di sorrisi, di abbracci, di lacrime. Basta poco per farsi amare. Le ragazze raggianti non la finivano di ringraziare. Alcuni hanno portato anche neonati che nonne o zie recluse non avevano mai conosciuto. Un vero presepe. Un percorso di riconciliazione e di pace interiore per ognuna di loro. Io ho assistito da lontano, dal palco, a questo ‘evento’, ammutolita, zittita dalla malinconia e dalla gioia dei loro interminabili abbracci. I bambini non volevano lasciare le madri, si arrotolavano addosso e le agenti hanno dato un po’ più di tempo.

Il 14 il mondo dei liberi, dalle 16,30 alle 18.30 in tre repliche, ha varcato il portone del carcere. Rappresentanti delle Istituzioni locali, l’Assessore all’Istruzione Festa, alle Politiche sociali Riccobene, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli Mirra, il magistrato di Sorveglianza Eboli, il Garante dei Diritti dei detenuti Ciambriello, esponenti della Polizia Penitenziaria e tanti che hanno voluto condividere questo viaggio a spirale che le nostre allieve, cristiane, cattoliche, musulmane, ortodosse, atee, evangeliche, hanno scelto di intraprendere per dare nuovo senso ad un evento che le vede lontano da casa, dagli affetti più cari, dai figli.

Una di loro, Lorella, alla fine della rappresentazione, mi ha sussurrato che grazie a questo progetto teatrale ha scoperto il valore della parola Natale, che anche da dentro ora vorrà onorare. Prodigi del Teatro civile. Meraviglie dell’impegno della scuola degli adulti. E contro questa aria irrespirabile di guerre, delitti, stragi, che subiamo ogni giorno, accogliamo la suggestione benefica di una Luce nova che parlarria d’ammore … e che sarà per le donne recluse annuncio gioioso di speranza.
Come Benino, ora, proviamo a dare senso al nostro sonno e significato al nostro risveglio, al di là della religiosità di ciascuno. Un invito per atei e credenti ad intravedere ed inseguire la Stella che indica la via da percorrere per rimettersi in cammino o cambiare rotta. Una luce. Anche piccola o appena intravista. Lontano…e che il vento taccia davvero e un po’ di pace in più. Oggi più che mai.(CFN – Angela Cicala)