EtnoRagù, un corto dal nome fuorviante che racconta di un amore in un contesto familiare geopolitico

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Etnoragù

Foto da EtnoRagù - cortometraggio scritto e diretto da Cristiano Esposito

(CFN) NAPOLI – Sarà presentato in anteprima a Napoli, martedì 19 novembre alle ore 18.15 al cinema La Perla, “Etnoragù” cortometraggio di Cristiano Esposito prodotto da Coop.Ar.Tu.Ro grazie a Regione Campania, Film Commission Regione Campania, POC Campania 2014-2020, Coldiretti Napoli, Teatro Serra, Procida Wi-Fi, Lega Navale. Con Salvatore Misticone, Stefania Ventura, Pietro Tammaro, Amedeo Colella, Carolina Infante, Alessandro Incerto, Mauro Palumbo.

Ambientato tra Napoli e Procida è la storia di Assunta e Giovanni, una coppia tradizionalista e devota, la cui routine viene sconvolta dalla figlia, archeologa in Terra Santa, convertita all’Islam e decisa a sposare un uomo più grande. Simbolo delle certezze di una vita che si sgretolano, è il ragù della domenica che in un istante perde ‘la gallinella’ e la ‘tracchiulella di maiale’ e con esse, il sapore delle rassicuranti consuetudini sulle quali è fondato il rapporto dei due anziani coniugi.

Nominare un luogo significa delimitarne i confini, stabilirne una geografia; con Napoli questa metodologia non funziona. Il suo nome evoca una dimensione polisemica, una pluralità di sensi che rimanda ad una cultura – dice Cristiano Esposito che ha scritto e diretto il corto – La vicenda mostra la sua duplice natura: un sentimento di accoglienza unico al mondo e uno spiccatissimo senso identitario. È anche il dramma di un uomo, che vede infrangersi le piccole certezze che ne rendono ovattata e sicura l’esistenza.”.

Pur nell’essenzialità di un racconto filmico breve, la narrazione si muove su molteplici piani; l’incontro-scontro di civiltà al centro del quale, più che le grandi questioni di fede e geopolitica, ci sono i riti familiari e un diverso sguardo sulla città, lontano dai cliché ‘crimine e malavita’, talvolta evocati come primordiali, endemici, atavici demoliti, non a caso, attraverso due tra le più famose icone partenopee: la gastronomia e la devozione religiosa. Un passettino alla volta, incoraggiato dalla moglie, Giovanni cambierà per amore della figlia, molte delle sue abitudini fino al giorno del matrimonio, quando orchestrerà una piccola rivincita che gioca, narrativamente, con gli stereotipi in stile ‘Gomorra’.(CFN – Giuseppe Borrone)

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