I Campi Flegrei sono in assoluta quiescenza ma il rischio rimane alto. Oggi inaugurazione del COC Centro Operativo Comunale di Protezione Civile
(CFN) POZZUOLI – “Vesuvio e Ischia sono in assoluta quiescenza mentre i Campi Flegrei sono in uno stato di ‘attenzione’ dalla fine del 2012”. A dichiararlo è Giuseppe De Natale, direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Non si tratta di una dichiarazione allarmistica bensì dello stato reale dei fatti che in oltre tremila anni i puteolani hanno già ampiamente vissuto: recentemente intorno alla metà degli anni ’80, prima nel ’70 ed ancora prima nel 1536 quando in pochi giorni nacque il Monte Nuovo. Quella vesuviana, ischitana e flegrea, sono le tre aree più, e meglio, controllate al mondo proprio perché fortemente urbanizzate. Al momento non ci sono segnali di un’imminente eruzione nei Campi Flegrei ma questo non può e non deve farci dormire sonni tranquilli. Il rischio rimane alto in considerazione di una forte e sconsiderata urbanizzazione avvenuta negli ultimi decenni.
I segnali che possono dar luogo ad un livello di maggiore attenzione, che attualmente è ‘giallo’, sono l’aumento della sismicità intesa come frequenza ed intensità dei terremoti, deformazione del suolo e variazioni dei valori dei gas presenti nelle fumarole in particolare quelle di Pisciarelli e Solfatara. La variazione dei valori dei gas, in particolare, rappresenta un indicatore abbastanza attendibile e significativo che consente di valutare i movimenti della massa magmatica nella parte immediatamente sottostante la crosta terrestre.
Tutti i Campi Flegrei, ed in particolare il territorio di Pozzuoli, sono tenuti sotto stretta osservazione attraverso una sala controllo appositamente realizzata presso l’Osservatorio Vesuviano dove tecnici, ricercatori ed esperti analizzano ogni singolo dato che viene rilevato dalle stazioni, una decina, poste a terra. Unico neo del sistema di monitoraggio è, attualmente, la mancanza di stazioni marine capaci di rilevare variazioni gassose o di quota del fondale marino al centro del golfo di Pozzuoli dove sarebbe stato individuato il centro della caldera dei Campi Flegrei. Da un paio di anni, però, è allo studio un sistema che consentirà di posizionare al centro del golfo, a circa 2 chilometri a sud dal porto di Pozzuoli, ad un centinaio di metri di profondità, una speciale stazione munita di diversi sensori che, collegata alla terra ferma da una fibra ottica sottomarina, consentirà un monitoraggio costante e accurato del fondale marino statisticamente maggiormente soggetto a deformazioni.
Oggi, a differenza di molti anni fa abbiamo strumenti di valutazione maggiori e maggiore esperienza ma questo non significa che il rischio sia minore, anzi. La cementificazione avvenuta negli ultimi decenni ha elevato il livello di rischio in quanto direttamente ed esponenzialmente proporzionale alla urbanizzazione.
A questo punto è fondamentale il livello di conoscenza dei fenomeni da parte della popolazione residente che deve essere messa in condizioni di vivere in modo fisiologico e non traumatico gli eventi che possono verificarsi. Ma questo è possibile solo acquisendo una certa resilienza attraverso una costante e corretta informazione e cultura sul fenomeno.
Lo scorso mese di luglio la Regione ha destinato fondi affinché i comuni potessero aggiornare i propri Piani di Emergenza e per infondere una cultura dell’emergenza nella popolazione con l’ausilio di adeguati strumenti comunicativi. Lo scorso 29 ottobre giornalisti, scienziati, tecnici e politici hanno affrontato la problematica. Il comune di Pozzuoli, oggi, alla presenza del Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale Franco Gabrielli e dell’assessore regionale alla Protezione Civile Edoardo Cosenza, si appresta ad inaugurate il COC Centro Operativo Comunale di Protezione Civile. La speranza è che questo non venga semplicemente gestito da burocrati che sanno ben ordinare le carte ma che nella sostanza non hanno adeguata esperienza per cogliere a pieno gli intenti normativi che mirano, invece, alla salvaguardia dei cittadini, delle famiglie delle imprese che vivono ed operano sul territorio. Comunque vadano le cose la responsabilità resta in capo al sindaco della città.(CFN)
La videointervista al Direttore dell’Osservatorio Vesuviano Giuseppe De Natale