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La Foresta di Cuma tra i siti nell’indagine “Park Litter” di Legambiente
LA FORESTA DI CUMA

La Foresta di Cuma tra i siti nell’indagine “Park Litter” di Legambiente

(CFN) POZZUOLI – Sono circa 1500 i rifiuti raccolti e catalogati da Legambiente in 6 parchi pubblici campani, frequentati principalmente da bambini, famiglie, anziani e sportivi, con una media nazionale di 2,5 rifiuti ogni metro quadrato monitorato. Rifiuti di ogni tipo e forma gettati dalle persone maleducate o trasportati dal vento e che inquinano, ormai, anche le aree verdi delle grandi e piccole città. Ben il 48% dei rifiuti è stato censito e raccolto nel Parco Pinocchio di Salerno (717).

È quanto emerge dalla prima indagine nazionale “Park Litter 2018” sui rifiuti nelle aree verdi urbane realizzata, nell’ambito della campagna Puliamo il Mondo, da Legambiente. Così come a livello nazionale, anche in Campania, il quadro che emerge è abbastanza critico: il 27% dei rifiuti raccolti sono legati al settore del “fumo” (come mozziconi, pacchetti di sigarette e tabacco, involucri di plastica dei pacchetti accendini) e il 20% a prodotti usa e getta, tra questi molti fazzoletti di carta (16%), ma anche buste e sacchetti (16%); bicchieri di plastica (13%), bottiglie e contenitori per bevande (12%).

Oltre al parco di Salerno, sono stati oggetto del monitoraggio di Legambiente la Villa comunale via Belvedere di Battipaglia, dove sono stati censiti 293 rifiuti; il Bosco di Capodimonte a Napoli (220 rifiuti); il parco Foresta di Cuma a Bacoli – Pozzuoli (178 rifiuti); la Villa comunale di Nola (65 rifiuti) e ultimo il parco Sorbo a Solofra (Avellino) dove sono stati trovati soltanto 10 rifiuti.

Per la precisione sono stati censiti 1481 rifiuti dai volontari dei circoli di Legambiente. La classifica degli oggetti più trovati è dominata dai frammenti di carta che rappresentano il 24% dei rifiuti raccolti; seguiti subito dopo dai mozziconi di sigaretta – il 21% –  nonostante dal 2016 vi sia una legge che vieti di gettarli per terra e che preveda sanzioni pecuniarie dai 30 ai 300 euro. A seguire si trovano poi pezzi non identificati di plastica (6,5%); sacchetti di patatine e dolciumi e caramelle (5,7%) e chewing gum (5,1%). La plastica si conferma il materiale più trovato: dalla spiaggia agli spazi verdi in città la regina indiscussa è sempre lei: nei parchi la percentuale tocca il 52%; c’è poi la carta con il 33% di carta e per il 5,7% di organico.

Con questa indagine – spiega Francesca Ferro, direttore di Legambiente Campania – vogliamo porre l’attenzione anche sui parchi urbani, luoghi da sempre frequentati da famiglie, cittadini, giovani e anziani dove spesso si trovano molti rifiuti. Facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi anni attraverso l’indagine beach litter sulle spiagge italiane, abbiamo deciso di monitorare anche i rifiuti che si trovano nelle aree verdi e il quadro che emerge conferma quanto immaginavamo: plastica e prodotti usa e getta di plastica sono presenti non solo su molti lidi della nostra regione, ma anche all’interno dei parchi cittadini. Per questo lanciamo un appello affinché anche le amministrazioni comunali si impegnino sempre di più per contrastare l’inquinamento da plastica mettendo, per altro, al bando anche le stoviglie monouso, che se non riciclate in modo corretto, finiscono per inquinare mare, oceani, spiagge e parchi. Inoltre è importante sensibilizzare, attraverso campagne di educazione ambientale, i cittadini sul tema della corretta raccolta differenziata e allo stesso tempo è necessario che i comuni facciano le multe ai trasgressori e ai cittadini maleducati che, incuranti di leggi e divieti, continuano a scambiare l’ambiente per una discarica”.

Il monitoraggio effettuato da Legambiente è stato svolto nei parchi urbani, in particolare dove sono stati notati problemi di trascuratezza e presenza di rifiuti. Prima di effettuare il monitoraggio è stata compilata una scheda con le caratteristiche dell’area verde. Il monitoraggio è avvenuto su un’area standard di 100 metri quadrati e i rifiuti trovati, considerando solo quelli con dimensione maggiore di 2,5 centimetri, sono stati conteggiati e classificati secondo categorie specifiche che tengono in considerazione materiale e tipologia di oggetto. Contestualmente al monitoraggio l’area è stata ripulita dai volontari di Legambiente.

I cestini per la raccolta dei rifiuti sono presenti in 5 dei 6 parchi monitorati: ma solo in quello di Napoli (Bosco di Capodimonte) sono predisposti per la differenziazione dei rifiuti secondo materiali.

Poiché una delle maggiori cause della dispersione dei rifiuti nell’ambiente è il vento, nel monitoraggio è stata riportata la presenza o meno di chiusura o copertura dei cestini presenti: solo in 2 parchi su 6 (33%) è presente questa caratteristica utile a prevenire la dispersione di materiale. Altro aspetto interessante riguarda la presenza di tombini e canali di scolo, non rilevati solo nel parco della Foresta di Cuma. Questo parametro è stato preso in considerazione in quanto studi condotti a livello mondiale hanno stabilito che uno dei principali vettori di rifiuti in ambiente marino sono proprio i canali e i corsi d’acqua spesso collegati con la rete fognaria urbana e la principale fonte dei rifiuti è la cattiva gestione di quelli di origine urbana.

Infine l’associazione ambientalista ha analizzato anche la presenza nei parchi delle fontanelle, alleate nella prevenzione dei rifiuti plastici per la riduzione dell’uso delle bottiglie a favore dell’acqua del rubinetto, censite in quattro parchi su sei (Napoli, Nola, Battipaglia, Salerno). (CFN)