Nero: il film debutto alla regia di Giovanni Esposito, nelle sale dal 15 maggio

0
Nero film

Dal fim "Nero" di Giovanni Esposito

(CFN) NAPOLI – È brutto, sporco ma non cattivo Nero, costretto a delinquere per pagare le cure e il mantenimento di una sorella “speciale”, Imma, affetta da ritardo psichico. Nel corso di una rapina in un supermercato, un colpo parte accidentalmente dalla sua pistola, freddando – o almeno così sembra – un benzinaio intento a fare la spesa. Ma la disperazione dell’uomo, resosi conto di averla fatta grossa, dura poco. Con grande sorpresa di tutti, la vittima è di nuovo in piedi, senza alcun segno della ferita. E analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza, il tenente dei Carabinieri Abate intuisce che il merito della guarigione miracolosa è da attribuirsi proprio a Nero, che in preda alla disperazione ha passato le mani sul corpo esanime del benzinaio. Ci vuole un attimo per trasformare Nero da criminale in eroe, il circo mediatico si attiva immediatamente e la fama di guaritore attira alla sua porta decine di persone disposte a tutto pur di salvare un proprio caro. Il problema è che ad ogni intervento miracoloso, Nero perde un senso, rischiando così di annullarsi per il benessere degli altri. E non ha nessuna intenzione di fare la “Madonna di professione”.

Ed è proprio sul concetto di altruismo, spinto fino alle estreme conseguenze, che si basa l’esordio alla regia di Giovanni Esposito, attore napoletano dalla lunga carriera in teatro, televisione e cinema. Avventurandosi nel mondo del (neo) realismo magico, Esposito tocca in Nero temi sociali importanti, come la sofferenza degli ultimi e il dolore, il disagio delle periferie e la longa manus della criminalità in territori degradati. Riuscendo a conservare un equilibrio – miracoloso, vista la storia – tra i toni della commedia e della tragedia, tra l’ironia delle situazioni e il dramma che si nasconde dietro le singole vicende. In primis quella del protagonista, interpretato dallo stesso Esposito, un povero Cristo che rimanda alle classiche figure della commedia all’italiana, un maestro dell’arte di arrangiarsi destinato ad essere schiacciato dalle circostanze ambientali e sociali avverse.

Non è da meno l’intensa e complessa performance di Susy Del Giudice, che da compagna di vita di Esposito si trasforma nel film nella sorella autistica, quasi del tutto priva di battute, ma in grado di trasmettere con l’intensità degli sguardi e dei movimenti del corpo il malessere e allo stesso tempo la dolcezza di un legame familiare forte e intenso. Personaggio aggiunto, non secondario, le location diroccate del litorale domizio, palazzine sbrecciate, piscine abbandonate, pilastri arrugginiti. Simboli dell’incuria, dietro ai quali si nasconde però un’umanità vera e solidale, rappresentata dai tanti immigrati africani che si sono insediati nella zona, e ai quali Nero si appiglia per aiutare Imma. La supervisione artistica di Francesco Prisco, anche coautore della sceneggiatura, la fotografia del maestro Daniele Ciprì e la produzione accurata, tra gli altri, di Alessandro e Andrea Cannavale sono il valore aggiunto del piccolo, grande film di Esposito.(CFN – Giuseppe Borrone)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.