Pino Daniele, al cinema il documentario del nero a metà per ricordarlo a dieci anni dalla morte

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Progetto senza titolo - 1

(CFN) NAPOLI – In occasione del decimo anniversario della scomparsa, tantissime iniziative hanno reso omaggio alla memoria di Pino Daniele, lo straordinario musicista napoletano venuto a mancare il 4 gennaio 2015. La pubblicazione di un brano inedito, Again, presentato in anteprima allo stadio Maradona, un libro allegato al quotidiano la Repubblica, passeggiate nei luoghi natii dell’artista, musica del ‘mascalzone latino’ irradiata in tutte le strade di Napoli in filodiffusione. E un film documentario, Pino Daniele – Nero a metà, che ripercorre le prime tappe della carriera del cantante partenopeo, fino alla consacrazione definitiva con l’album iconico del titolo e lo storico concerto del 19 settembre 1981 a Piazza del Plebiscito.

Un progetto ideato da Stefano Senardi, storico produttore di Pino, e diretto da Marco Spagnoli, in attesa di ulteriori celebrazioni annunciate a ridosso del 19 marzo, quando Pino avrebbe compiuto 70 anni. È lo stesso Senardi a occuparsi di raccogliere le testimonianze dei tanti artisti che hanno condiviso un pezzo di strada con il giovane chitarrista residente in Via Santa Maria La Nova. Da Fausta Vetere, voce della Nuova Compagnia di Canto Popolare, e prima ispirazione del cantante, ad Enzo Gragnaniello, compagno di studi all’Istituto Tecnico Commerciale “Armando Diaz”. Da Lino Vairetti degli Osanna, che ospitò Pino nella sua casa all’epoca della pubblicazione del primo 45 giri, Che calore, che anticipò l’album d’esordio Terra mia, a James Senese, con cui Pino si esibì per due anni come bassista nei concerti del gruppo Napoli Centrale. E poi gli altri componenti del super gruppo che accompagnò la tournée di Nero a metà, Tullio De Piscopo e Tony Esposito.

Non mancano le testimonianze di altri intellettuali, meno legati alla musica, come la scrittrice Viola Ardone e l’artista Lello Esposito, le esibizioni di giovani cantanti del nostro tempo che reinterpretano, riarrangiandoli, alcuni dei brani più famosi di Daniele. Le interviste a giornalisti, come Carmine Aymone, colleghi, come Enzo Avitabile, Pietra Montecorvino e Teresa De Sio, produttori e discografici della EMI, la società che per prima credette nelle potenzialità di quel timido e sconosciuto bluesman napoletano. Le immagini di repertorio delle apparizioni televisive con Gianni Minà e Jocelyn, e con l’amato amico Massimo Troisi.

Tra i tanti aneddoti rievocati, particolarmente gustoso quello che riguarda la già citata sera del 19 settembre. James Senese parcheggiò nel pomeriggio la propria auto accanto al palco montato in Piazza del Plebiscito per l’esibizione. Mai avrebbe immaginato che una folla di 200.000 fan adoranti l’avrebbe letteralmente distrutta al termine del concerto, saltellando e dimenandosi come ossessi. Fu la notte della nascita del mito.(CFN – Giuseppe Borrone)

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