POZZUOLI/ Il Comune diffida uno stabilimento balneare di La Pietra a demolire le opere abusive
(CFN) POZZUOLI – Il Comune di Pozzuoli ha emesso un’ordinanza quest’oggi in cui ha diffidato a rimuovere e demolire delle opere abusive ad uno stabilimento balneare in via Napoli in località La Pietra.
LA STORIA Il tutto ha inizio il 28 maggio del 2015 quando il Tar della Campania respinge il ricorso presentato nel 2009 dal titolare dello stabilimento contro la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli e Provincia. La stessa riguardava l’annullamento dell’autorizzazione del Comune di via Tito Livio per la realizzazione di interventi di riqualificazione dello stabilimento. Il 22 luglio del 2015, poi, la Suprema Corte di Cassazione chiariva che “ai fini del perfezionamento del condono edilizio di cui alla legge 724/94, il limite volumetrico di 750 metri cubi previsto dall’art. 39 comma 1 è applicabile a tutte le opere, senza alcuna distinzione tra residenziali e non residenziali”. Il 15 aprile del 2016 successivamente sempre il Comune di Pozzuoli emetteva un’ordinanza per “la perdita di efficacia e validità della concessione” a favore della società che gestiva lo stabilimento. Il 3 agosto del 2017, poi, sempre il comune puteolano emetteva un’ordinanza di ingiunzione a demolire a carico della proprietà dello stabilimento le opere abusive realizzate che riguardano una pedana in legno di 120 metri quadrati circa posta a ridosso dell’arenile e della scogliera. Il 27 febbraio scorso un provvedimento dirigenziale del Comune di Pozzuoli ha, poi, rigettato la richiesta di concessione edilizia in sanatoria avanzata dalla società che gestisce lo stabilimento, ai sensi della legge n. 724 del 23/12/1995 per “le opere realizzate, relativa a opere abusive pari a mq. 422,73, a servizio del complesso balneare realizzate su proprietà demaniale“. Quest’oggi come detto il Comune di Pozzuoli ha notificato la demolizione di tutte le opere abusive entro il termine di 60 giorni trasmettendo l’ordinanza alla Procura della Repubblica di Napoli, al servizio anti-abusivismo della Regione Campania e alla Soprintendenza Archeologica. (CFN)