Quel ragazzo della curva B, un libro celebra il talento di Nino D’Angelo

0
Libro Nino D'Angelo - foto

(CFN) NAPOLI – È stato tra i protagonisti della rivoluzione culturale napoletana, insieme a Pino Daniele, Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo. E ancora oggi rappresenta una sorta di padre putativo dei giovani artisti che occupano la scena contemporanea della musica rap e trap partenopea, da Geolier a Clementino. La sua carriera ha attraversato diverse fasi, spaziando dai grandi successi popolari degli inizi alle melodie più raffinate della maturità, dalle performance canore alle prove dietro e davanti la macchina da presa.

Un libro biografico, pubblicato da Edizioni Il Foglio Letterario, e disponibile in libreria e su tutti gli store digitali, tributa il giusto omaggio all’artista napoletano Nino D’Angelo, evidenziandone l’influenza decisiva sui futuri interpreti della sua regione e il ruolo di ponte tra le generazioni. Si intitola “Quel ragazzo della curva B”, come l’iconico film-canzone divenuto inno dei tifosi della squadra di calcio partenopea. A scriverlo il romanziere e saggista toscano Gordiano Lupi e il poeta Fabio Izzo.

Nato nel quartiere di San Pietro a Patierno, di umili origini, D’Angelo, alla pari di un altro idolo indimenticato del popolo napoletano, Diego Armando Maradona, incarna nell’immaginario collettivo l’uomo partito dal basso, artefice del proprio successo esclusivamente grazie alle sue doti, e non all’appartenenza a sfere di influenza sociale o politica.

Il certosino lavoro di Lupi e Izzo esamina i testi delle canzoni di D’Angelo, le prime hit, Vai, A discoteca, Jammoja, i film interpretati e diretti da registi come Ninì Grassia e Alfonso Brescia, cogliendo il mix di romanticismo e realismo, sentimentalismo e passione che è alla base dell’affetto dei fan nei confronti del cosiddetto “caschetto biondo”, dal colore anticonvenzionale della capigliatura dell’artista. Una variante cromatica che segnala anche una ribellione allo stereotipo, in cui è stato frequentemente ingabbiato D’Angelo, prima che la critica, con Goffredo Fofi in testa, sdoganasse la poetica dell’artista, intuendone la modernità e la complessità.

Il libro diventa quindi un tentativo di rendere omaggio a un uomo di spettacolo a lungo sottovalutato, ma che ha costruito un legame viscerale di amore con la propria città, attraverso la musica, il cinema, il teatro; disseminando di tracce creative il suo percorso e ispirando decine di rapper e neomelodici della New Wave partenopea.(CFN – Giuseppe Borrone)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.