“Si dice di me”, le donne del laboratorio teatrale di Forcella raccontate in un film

(CFN) NAPOLI – Danzano leggere, quasi sollevate da terra, le protagoniste del laboratorio teatrale diretto da Marina Rippa nel cuore di Napoli. Nello spazio comunale Casa Forcella, le donne del quartiere hanno trovato nell’attività scenica lo spiraglio per scardinare un’atavica cultura patriarcale. Legate, fuor di metafora, da un filo rosso che le unisce e le rende autoconsapevoli, mentre i loro corpi si allacciano e si muovono nello spazio, in un girotondo che ha il sapore della felicità e della liberazione.
“Si dice di me”, che allude nel titolo al giudizio sociale a cui sono da sempre sottoposte le donne, è un film di solidarietà al femminile, di sorellanza, di emancipazione e rifiuto degli stereotipi. Per anni la macchina da presa di Isabella Mari, giovane regista di origine calabrese, ha seguito le sedute del laboratorio “La scena delle donne”, registrando l’entusiasmo contagioso di chi ha trovato nel teatro l’antidoto al grigiore di un’esistenza sottomessa. Sfidando le diffidenze di mariti e figli, parenti e vicini.
Anche se la volitiva Melina, la veterana del gruppo, inciampa sui tempi verbali, può rivendicare con orgoglio di aver svoltato e preso in mano la propria vita, quando ha capito di dover contare soprattutto su sé stessa. La gioia stampata sui volti non viene offuscata nemmeno dallo stop obbligatorio imposto dalla pandemia. Le riunioni in videoconferenza durante la quarantena, la delusione parziale per il rinvio di uno spettacolo progettato al Museo Madre, e poi la svolta con un’applaudita performance site specific, Antenate, allestita all’Archivio di Stato. Dove i libri illuminati usati come scenografia e oggetti di scena sono la plastica dimostrazione che attraverso la cultura ci si salva.
Mi sento guerriera, perché la mattina mi alzo e affronto la vita, dichiara una delle partecipanti al laboratorio. Ed è questo spirito combattivo che accomuna le donne che si sono affidate alla guida di Marina Rippa, a sua volta rinfrancata, in un momento di difficoltà personale, dalla vicinanza e dall’affetto delle sue allieve. Prodotto da Antonella Di Nocera e Claudia Canfora per Parallelo 41, in collaborazione con Femminile Plurale, il film della Mari è un manifesto poetico della forza delle donne, determinate a portare fino in fondo la loro ribellione gentile.(CFN – Giuseppe Borrone)