Stadio Antonino Pio, per visitarlo la Soprintendenza chiede di sottoscrivere una fideiussione
(CFN) POZZUOLI – Territorio a vocazione turistica: solo chiacchiere. I fatti sono ben altri. Per autorizzare le visite guidate allo Stadio Antonino Pio organizzate nell’ambito della manifestazione Malazè la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli ha chiesto che l’associazione “provveda alla pulizia preliminare del sito” a proprie spese, che “si assuma ogni responsabilità per danni a persone o cose”, che “si faccia carico di corrispondere al personale di custodia comandato per il controllo delle visite, in misura non inferiore alle tre unità, gli oneri che la normativa stabilisce”.
Se aggiungiamo, poi, che nella convenzione inviata agli organizzatori meno di 24 ore prima dell’evento viene richiesta anche una doppia fideiussione a garanzia si raggiunge il paradosso ed il ridicolo.
E’ praticamente impossibile fare turismo a queste condizioni. Un’area come quella flegrea ricca di storia e con una concentrazione archeologica seconda solo a Roma non può sottostare a condizioni capestro dettate da una Soprintendenza che gestisce, con i soldi dei contribuenti, il patrimonio pubblico come se fosse privato. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che una cosa del genere accade. Vincoli, limitazioni e dinieghi sono da anni all’ordine del giorno. Recentemente è successo anche in occasione dell’apertura del Rione Terra dove solo i riflettori puntati dei media hanno portato a miti consigli gli “attori” in campo facendo sì che il “miracolo” della riapertura del Duomo, a distanza di quarant’anni, potesse avvenire.
Interessi, semplicemente interessi verso fondi e stanziamenti voracemente divorati negli anni. Miliardi di lire prima e milioni di euro dopo finiti un un pozzo senza fondo. Potere, semplicemente gestione del potere attraverso una posizione di comando. Il risultato, a distanza di tanti anni, è un sito ancora tutto da recuperare.
Fra dieci giorni una nave con 400 crocieristi tedeschi attraccherà al Molo Caligoliano. Sbarcheranno in città per visitare le meraviglie flegree o saranno dirottati frettolosamente in quel di Pompei? Eventualmente, quali siti potranno visitare? Saranno accessibili? Ci saranno le guide ad accoglierli? Riusciranno a gustare un caffè espresso puteolano?
La lettera della Soprintendenza recapitata all’associazione Malazè deve far molto riflettere. Ma, soprattutto, deve far riflettere la politica che millanta da anni un futuro turistico per i Campi Flegrei. Alla luce di un tale emblematico quanto grave fatto chi ci amministra ha l’obbligo di fare le dovute considerazioni e agire di conseguenza chiedendo le opportune al ministro competente che recentemente ha mostrato scarso interesse per l’area flegrea. Qui ci sarebbe da aprire un altro capitolo: il rapporto della politica locale con la politica nazionale e la relativa “filiera”. E’ molto strano che rappresentanti del Governo si siano tenuti a debita distanza da Pozzuoli nonostante le ghiotte occasioni rappresentate dagli appuntamenti elettorali o dalle inaugurazioni in pompa magna. Anche questo sarebbe un dato sul quale fare tutti, politica in primis, le opportune riflessioni e considerazioni.
Il tempo è di fatto scaduto e molti giovani, a ragion veduta, scelgono di crearsi il proprio futuro altrove: spesso oltreoceano.(CFN)