“Una Repubblica senza Patria”, a Villa di Livia la presentazione del libro dei giornalisti Feltri e Sangiuliano
(CFN) POZZUOLI – Nello splendido scenario di Villa di Livia, dove la bellezza archeologica si sposa perfettamente con quella naturale per la posizione della struttura come terrazza sul Golfo di Pozzuoli, si è svolto questa sera la presentazione del libro “Una Repubblica senza patria” scritto dai giornalisti Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano.
Una sala gremita di persone ha fatto da scenario a questo evento che hanno visto i saluti di benvenuto espressi dal Presidente della Fondazione Campi Flegrei che ha organizzato l’evento, Salvo Iavarone, a cui hanno fatto seguito gli interventi del giornalista Marco Demarco, del Presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, Umberto Ranieri e del vice Presidente del Senato Maurizio Gasparri. “Un libro che parla della vita italiana scritto da due grandi giornalisti come Sangiuliano e Feltri – ha affermato Gasparri –. Un libro che ha avuto un grande successo e che è stato particolarmente originale, ci sono dei tratti umani di Togliatti accompagnato da un giovanissimo Napolitano ad esempio. Però anche la consapevolezza che Sangiuliano in tutti i suoi scritti così come in questo testimonia un’identità italiana di luoghi di riferimento e di cultura e di importanti autori come Prezzolini ad esempio. Il rispetto con cui tutte le varie storie e le varie fasi vengono trattate e questo per merito degli autori.
Sangiuliano come scrittore e giornalista nella vita quotidiana come vicedirettore del Tg1 della Rai e quella di storico che oramai si va consolidando e suoi scritti sono fatti con rispetto di tutte le storie cosa che non noto sugli altri versanti. Una vita italiana descritta in maniera lineare anche dall’altro autore Vittorio Feltri che ha avuto il merito di creare iniziative editoriali e fondare giornali che hanno avuto successo e la storia dell’Indipendente ne è l’esempio. Era nato con un profilo british e non veniva comprato da nessuno, mentre, Feltri ne cambiò totalmente l’anima ed è stato un giornale che nella fase convulsa degli anni Novanta italiana lo trasformò in un piccone e un grande mezzo d’informazione. Feltri è un giornalista molto conteso dal mercato editoriale di destra e porta con se una massa di elettori ed è quindi come un grande protagonista del mondo del calcio e dello sport. Questi due autori rappresentano, quindi, un modo di essere di interpretare il giornalismo. Quello da protagonista di Feltri da decano con una combattività diretta che nel libro con il suo stile racconta molte pagine della storia recente italiana e quella di Sangiuliano che è riflessiva, descrittiva e analitica ma allo stesso tempo ricca di cultura e ricca di sapere. Questo lo dico perché c’è sempre una supponenza verso chi non appartiene a certe politiche culturali. Ma il mio amico Gennaro dimostra di avere tanta cultura e sapere e attraverso i suoi scritti si ripropongono oltre al rispetto per le culture e i protagonisti anche le memorie di un’identità italiana profonda e che poi vive e si afferma. Tante testimonianze che Sangiuliano ci descrive in questo scritto riproponendo anche il momento del dopo guerra italiano.
Due autori che sono a mio avviso i nuovi Montanelli e i nuovi Prezzolini del nostro tempo: faccio un paragone che può sembrare ardito ma loro hanno ancora tempo per poter conquistare delle vette importanti. Sono contento perché conosco Sangiuliano da ragazzo e ne conosco le qualità culturali ed umane e la lunga serie di presentazioni hanno fatto di questo libro un momento di riflessione e di discussione della nostra nazione che deve riscoprire un po’ il senso di se. Io non so se questa fase politica porterà ad un confronto meno aspro, a riforme e possibilità di innovazioni ma auguriamocelo perché io come politico e Sangiuliano come giornalista e scrittore non facciamo parte di un filone che sposa il tanto peggio tanto meglio nemmeno in momenti in cui abbiamo potuto avere meno influenza abbiamo sposato questa teoria. Perciò in questa fase speriamo che si possano fare delle cose buone per il nostro paese, nella diversità dei ruoli, nella necessità di riscoprire un’identità comune: un ruolo dell’Italia che ci deve essere e che, quindi, anche questa storia delle Repubblica senza Patria sappia ritrovare una sua patria e una sua identità nazionale e culturale”. Di seguito la gallery della presentazione del libro ad opera del nostro inviato Gino Conte. (CFN)