Venezia82: La Grazia di Paolo Sorrentino inaugura tra gli applausi l’ 82a Mostra del Cinema

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Venezia82 - La Grazia di Sorrentino

Venezia82 - La Grazia di Paolo Sorrentino

(CFN) VENEZIA – Inizia sciorinando i commi dell’articolo 87 della Costituzione, dedicato alle prerogative del Presidente della Repubblica, “La Grazia”, il nuovo film di Paolo Sorrentino presentato in concorso a Venezia nella giornata di apertura della Mostra.

Dopo tanto mistero, si rivela così la trama dell’opera. Protagonista Mariano De Santis, giurista insigne e ora Capo dello Stato giunto a fine mandato. Gli resta il cosiddetto “semestre bianco” per concludere il settennato al Quirinale, un periodo in cui potrà esclusivamente dedicarsi all’ordinaria amministrazione e approvare in extremis gli ultimi provvedimenti legislativi. Tra questi, a dargli cruccio, la discussa legge sulla eutanasia – in un paese che ospita lo Stato Vaticano – e la possibile concessione della grazia a due persone detenute in carcere per aver ucciso i partner. Situazioni apparentemente diverse, in realtà intrecciate saldamente tra di loro. Ad assisterlo la figlia Dorotea, anch’ella studiosa di diritto, che ha sacrificato la sua vita per stare premurosamente vicino al padre. Aiutarlo a superare il dolore per la scomparsa della amata moglie, sostituire la quinoa e la sogliola alla mugnaia al cibo poco salutare che il Presidente ingerirebbe volentieri, e impedirgli di fumare.

Immerso in un’atmosfera malinconica, valorizzata dalla fotografia volutamente sbiadita di Daria D’Antonio, dal paesaggio nebbioso e dalle architetture nostalgiche del passato, il film riassume diversi filoni della poetica di Sorrentino, da quello politico (“Il divo”, “Loro”) a quello esistenziale (“La grande bellezza”, “Le conseguenze dell’amore”), biografico (“E’ stata la mano di Dio”) e grottesco (“The Young Pope”). Diverso, ma non troppo, dai precedenti film, “La Grazia” evoca situazioni biografiche di recenti presidenti italiani, senza però autorizzare nessuna sovrapposizione totale tra il personaggio e capi dello Stato realmente esistiti.

Il focus centrale è un invito a riflettere sull’importanza del dubbio, sulla fatica di prendere le decisioni giuste, in qualsiasi contesto. La grazia non è solo il provvedimento legale che un Presidente in carica può assumere nel suo mandato. È anche l’eleganza nel dire le cose e nel rapportarsi con gli altri. Nel far digerire un tradimento avvenuto anni prima, nel superare l’ambizione eccessiva di un vecchio compagno di scuola, nel tamponare l’esuberanza dell’eccentrica amica di una vita. Con il suo solito aplomb sornione, Toni Servillo è la maschera perfetta per incarnare il disincanto e la tristezza per un percorso umano e professionale che volge al termine. A reggergli colpo è Anna Ferzetti, nel ruolo della figlia, dimessa e determinata allo stesso tempo.

Sorrentino non rinuncia, secondo i dettami della sua estetica pop, a dissacrare il rigore istituzionale del contesto con battute ironiche (un pranzo striminzito ribattezzato “un’ipotesi di cena”), inserti di musica elettronica, caricature grottesche (il Papa nero che corre via in scooter). Ma a prevalere, stavolta, è la solitudine di un uomo che, nonostante abbia scritto un manuale di diritto di oltre duemila pagine, continua a inseguire la verità, intuendo che forse è un compito troppo improbo anche per lui. Una ricerca sfiancante che spinge il presidente a sognare di liberarsi dalla forza di gravità per fluttuare nello spazio come l’astronauta italiano in orbita su una navicella.(CFN – Giuseppe Borrone)

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