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Bradisismo, una pausa che non sorprende
La Darsena di Pozzuoli

Bradisismo, una pausa che non sorprende

(CFN) POZZUOLI – Sembra una “battuta d’arresto” quella del bradisismo che in questi giorni sta regalando ai cittadini flegrei. Dalla scossa di magnitudo 4.0 del 4 ottobre ad oggi non ci sono stati eventi significativi, anzi, ci sono stati pochissimi eventi insignificanti. Il fenomeno si è arrestato? Sicuramente no! La Darsena che continua a svuotarsi ne è la dimostrazione.

A spiegarci cosa sta accadendo è il vulcanologo Giuseppe Luongo, profondo conoscitore del bradisismo flegreo.

Chi vive nell’area flegrea è sorpreso per il silenzio sismico di questi giorni e chiede cosa accade. Provo a dare una risposta al quesito. Secondo il modello meccanico del fondo della caldera rappresentata da una piastra sottoposta ad un carico costante, – spiega il prof. Luongo – questa può deformarsi nel corso del tempo se il suo comportamento è in parte elastico e in parte viscoso. Il comportamento elastico si manifesta con i terremoti quando il mezzo, accumulando energia elastica per la spinta dal basso, raggiunge il limite di rottura e libera l’energia con un terremoto, la deformazione del suolo (ricordiamo gli spostamenti lungo le faglie per i grandi terremoti), e, in gran parte, calore (i terremoti sono accompagnati anche da processi che generano calore nelle rocce). Il comportamento viscoso delle rocce è caratterizzato da deformazioni (sollevamento) senza fratture. Quindi il sollevamento fino a quando agisce il carico (la spinta dal basso) procede con un andamento di fondo continuo, intervallato da contributi transienti, associati agli eventi sismici di più elevata magnitudo (energia). Il silenzio sismico di questi giorni non indica che il sollevamento si sia arrestato, ma solo, almeno in questa fase, che la parte elastica del sistema mostra che non vi sono volumi di rocce capaci di liberare energia sismica come nei giorni passati. Se la spinta si fosse ridotta di intensità, in modo sensibile, alla scomparsa dei terremoti di maggiore energia (magnitudo), seguirebbe anche una diminuzione della velocità del sollevamento prodotto dalla componente viscosa delle rocce, fino all’arresto della crisi. Tutto ciò è auspicabile, ma il fenomeno al momento non sembra che abbia imboccata decisamente questa direzione. Occorrono segnali più robusti.” conclude l’esperto vulcanologo Giuseppe Luongo.(CFN)