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Elezioni Pozzuoli| Confesercenti: la città ha bisogno di un rilancio economico

Elezioni Pozzuoli| Confesercenti: la città ha bisogno di un rilancio economico

(CFN) POZZUOLI – A poco meno di un mese dalle elezioni (12 giugno) e ad una settimana dalla presentazione delle liste, la Confesercenti puteolana riporta al centro il tema dell’economia e del commercio, mai preso in debita considerazione dall’uscente amministrazione e, nello specifico, dal sindaco Figliolia che ha sempre tenuto per se la delega.
Una città che negli ultimi dieci anni non è riuscita a trovare quello sviluppo promesso, e necessario, anche all’indomani del superamento della crisi bradisimica dell’83 che l’ha vista in ginochio con un centro cittadino tenuto in vita, e con non pochi sacrifici, dai commercianti del centro storico.
Sul delicato, spinoso, e fondamentale tema fa sentire la propria voce la Confesercenti Pozzuoli nella persona del suo presidente Raffaele Buono da anni impegnato nel rilancio di quello che poteva essere un “centro commerciale naturale” nel quale la politica locale non ha mai creduto.

A seguire una nota diffusa Raffaele Buono per chiedere ai candidati a sindaco, e non solo, di rendersi disponibili fattivamente ad accogliere contributi di idee proprio da chi vive quotidianamente le problematiche commerciali.

La politica deve imparare a governare e amministrare il presente luongo una linea di progettualità programmata e di indirizzo, in cui fine, visto l’ampio arco temporale di realizzazione, deve essere monitorato e aggiornato per non essere inficiato dall’evoluzione mutativa dello scenario primitivo.
Spesso opere infrastrutturali una volta realizzate non servono più allo scopo per cui sono state programmate, rendendo infruttuoso il controllo e la manutenzione delle stesse, le famose cattedrali nel deserto.
La cosa più semplice ma più difficile per la politica è operare sul presente, dato che non è in gioco, nè : la valutazione operativa della progettualità, dati i tempi lunghi di realizzazione e impatto sostenuto ; la mancanza di investimenti e finanziamenti, elisir di lunga vita per tanti soggetti istituzionali e privati.
Abbiamo bisogno di una politica operativa, che non sia attratta solo dai grandi proggetti dove è difficile vedere la realizzazione e l’efficienza, bisogna partire e lavorare sulla realtà, da quello che abbiamo con progetti operativi che mettono in gioco anche economie private, disegnando e sviluppando un interresse dove risulta conveniente investire.
Mettere in campo tutte le risorse pubbliche e private, con uno sforzo sinergico, dando immediatamente una spinta al rilancio economico della città.
Citiamo solo per un esempio quello che avvenne nei fini anni ’90, dove fu data la possibilità ai proprietari puteolani di ristrutturare a proprie spese le loro abitazioni.
Furono messi in circolazione miliardi di vecchie lire, che portarono ad un risanamento ed un abbellimento di tutto il patrimonio privato immobiliare del centro storico, a costo zero per le casse comunali e statali ma anzi guadagni.
Contestualmente furono aperte tantissime attività di un certo spessore commerciale, altri miliardi spesi, a costo zero per le casse pubbliche, peccato che a questo la politica non fece la sua parte, abbandonando il nuovo restyling con le attività e quest’enorme sforzo lo portò a spegnere man mano fino ad esaurirlo, portando il tessuto commerciale e produttivo all’azzeramento di oggi.
La città ha bisogno di un piano di sviluppo commerciale che passi attraverso processi e iniziative che hanno come obbiettivo la valorizzazione dello stesso, dando voce alle esigenze di rigenerazione della città.
Un ruolo fondamenteale deve essere dato al marketing e alla promozione del territorio, dotandoli di una pianificazione strategica per immaginare una gestione manageriale del processo, con modello definito e con cronoprogramma, in sinergia tra l’amministrazione, sistema produttivo e commerciale e cittadini.
Pozzuoli non deve più subire il turismo, ma gestirlo, con un modello innovativo che và alla ricerca di un tursimo consono al proprio territorio.
La città risente una crisi della domanda, dovuta anche da una mancanza di vocazione e identità, e da un serie di disservizi e disagi mai risolti nel tempo.
Dalla città, della pesca, dell’agricoltura dell’industria siamo passati alla “ Città del nulla”.
I reali indicatori di benessere di una comunità sono: l’occupazione quindi il lavoro, servizi pubblici essenziali, mobilità e qualità della vita, rispetto a questi crediamo che ci sia molto da fare.
Bisogna impegnarsi a costruire un futuro che abbia come primato il lavoro in sinergia con le forze produttive.
Lavoro significa libertà, lavoro significa non mandare via i nostri figli, lavoro è benessere, lavoro è vita.
Il rilancio quindi, deve passare per la creazione o opportunità di nuovi posti di lavoro e nuove occasioni di sviluppo, e da questo punto di vista gli interessi delle imprese e delle istituzioni non possono che coincidere.
Facciamo partire il rilancio della città da quello che la natura e la storia ci ha lasciato:
Paesaggio; storia; cultura; siti archeologici; linea di costa; posizione geografica che ci posiziona tra la metropoli e le isole; cerchiamo di sfruttare al meglio queste risorse mettendole a sistema, in relazione, in rete, il patrimonio con il mondo produttivo e commerciale, con una serie di servizi, dandogli un unica identità sponsorizzata, questa è la nostra sfida.
Il centro storico con la sua rocca, deve essere il volano di una rigenerazione commerciale, urbana e sociale, deve essere “ Un laboratorio progettuale di una città in evoluzione”, luogo da ripensare che non sia solo un fatto materico, quanto piuttosto un’offerta alternativa in termini emozionali.
Parliamo di un’esperienza di consumo critico, che si basa sulla valorizzazione delle componenti specifiche di storia e tradizioni presenti sul territorio, legate ad esperienze concrete e vissute di imprenditoria, che meritano di essere presentate, preservate e raccontate (pesca; ristorazione;…) accompagnate della nostra storia e dal nostro tesoro archeologico e paesagistico .
Parliamo quindi di esperienze che mettono in correlazione storia, cultura, paesaggio con svago e shopping.
La rivitalizzazione del centro storico passa attraverso la rivitalizzazione del commercio, legato a quelle iniziative che mettono a sistema tutte le eccellenze cittadine.
Non si può rilanciare la città e con essa il commercio senza:

  • Un funzionale piano sosta a ridosso del centro storico, con una rimodulazione delle tariffe e ermessi sosta (residenti, commercenti e invalidi), spostando il principio che nessuno possiede la città ma bisogna garantire l’uso del suolo pubblico a tutti coloro che ne hanno bisogno (parcheggi di relazione).

Il centro non può essere visto come un enorme garage all’aperto con tanto di abbonamenti, ma i suoi stalli sosta devono avere una rotazione che assicuri la corretta fruizione delle funzioni essenziali della città in modo democratico.

  • La mobilità urbana, la facilità di accesso e la possibilità di sosta sono a fondamenta di qualsiasi sistema produttivo e di accoglienza.

Mettere in collegamento tutti i luoghi della città, tra loro e con il centro è una sfida nuova da affrontare. Impresa difficile e colossale, avendo un malfunzionamento e insufficiente servizio di trasporto pubblico, che porta il cittadino a muoversi autonomamente con mezzi propri, ingolfando la viabilità cittadina non avendo sufficienti stalli di sosta. Per tale motivo riteniamo che il trasporto pubblico urbano ed extraurbano debba essere affiancato da un servizio privato e anche con sistemi innovativi di spostamento.

  • Proposta di eventi, mercati tematici, con un calendario strutturato su una progettualità pluriennale.

Una nuova attenzione deve essere data ai mercati all’aperto e alle fiere, occorre pensare ad un rilancio di queste importanti realtà, ad una sinergia tra ambulanti e attività di vicinato. Il commercio cittadino, allo stato non riesce a dare una scossa a rigenerarsi, non ha potenzialità economica, ha bisogno di interventi esterni ospitando nuove realtà e con nuovi investimenti e una diversificazione e un allargamento di proposta commerciale.

  • Riorganizzazione del territorio, per spazi e usi visto il numero elevato di negozisfitti o chiusi, occorre puntare a creare condizioni, per incentivare le aperture di nuovi esercizi commerciali e attivare nuovi investimenti, anche attraverso uno specifico regolamento del commercio che preveda sconti sulle tasse comunali (TARI) e i proprietari che fittano con canone agevolato (IMU), con l’onere e obbligo di rendere decorosa anche se chiusa la proprietà sul piano estetico in rispetto delle collettività.

La riattivazione e la rivitalizzazione dei vicoli, visti come vasi comunicanti e caratteristici di collegamento con le arterie principali e le piazze, con un’innovazione consona renderà il centro più fruibile e sicuro. L’utilizzo dei grandi spazi come le piazze per una molteplicità di funzioni è la modalità ideale per ridare vivacità al centro, ritornare al concetto di piazza e arricchirlo di nuove modalità d’uso. Non saranno i grandi negozi a far rinascere il centro storico, ma il piccolo commercio di qualità.

  • In considerazione della sismicità della nostra zona e in previsione di un allegerimento demografico nelle zone di più alto rischio e con la necessità di far vivere il territorio e muovere economie, dobbiamo proiettare e incentivare investimenti che determinano la nascita di case soggiorno tibo B&B e altre forme in sostituzione alle residenze.

Questo favorirà un duplice aspetto, presenza sul territorio di una nuova utenza non residente e occasioni nuove di lavoro. Riteniamo che queste iniziative debbano essere incentivate sia sotto l’aspetto economico che burocratico.

  • Balneazione; escursioni nautiche; pesca turistica; gastronomia e ristorazione; attività esperenziali per conoscere i prodotti localei; turismo culturale; commercio di qualità; fiere tematiche e calendarizzate; eventi culturali; servizi di informazione e promozione; viabilità; mobilità; sosta; accoglienza; soggiorno.

Un cocktail su cui riteniamo opportuno puntare.

  • Una polizia municipale, come polizia di prossimità che sappia relazionarsi con i cittadini e gli avventori, che conosca il territorio, le sue problematiche e le sue bellezze. I vigili hanno un ruolo sociale al servizio del cittadino, e non solo un ruolo sanzionatorio e repressivo.

Questo della Polizia Urbana, fiore all’occhiello e di rappresentanza di una città, è un aspetto fondamentale da attenzionare.“.

Insomma, una visione abbastanza chiara, quella di Raffaele Buono presidente di Confesercenti Pozzuoli, che individua inequivocabilmente i punti cardini di azione da prendere in debita considerazione da parte della prossima amministrazione che potrebbe essere composta, per buona parte, da gli attuali uscenti.(CFN)