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R-esisto, storie di donne tra paura e coraggio, per ricominciare
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R-esisto, storie di donne tra paura e coraggio, per ricominciare

(CFN) POZZUOLI – La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999, che oggi ricorre, è stata anticipata, a Pozzuoli, da una rappresentazione teatrale all’interno del Casa Circondariale Femminile. In scena, una piéce teatrale a cura di “TeatroDentro”, il laboratorio teatrale della Scuola carceraria CPIA Napoli Provincia1.
“R-esisto – storie di donne tra paura e coraggio”, questo il titolo di una narrazione che ha esplorato l’amara realtà che, con coraggio, è stata rappresentata da Angela, Ilaria, Lorella, Charity, Cristina, Annabella, Alessia, Amelia, Annamaria, Marianna e Katia. Protagoniste dirette ed indirette di storie vere. Un non romanzo scritto, spesso, con il colore del sangue e dei lividi. Un’amara realtà teatralizzata alla Eduardo. Figlie, madri, nonne, soprattutto Donne, che pagano due volte: per mano dei propri “carnefici” e per gli errori commessi nel tentativo di non soccombere definitivamente in una società sempre più forte con i deboli. Una rappresentazione per esorcizzare il passato e, tra paura e coraggio, per affrontare un nuovo futuro, per ricominciare nella speranza di riprendere dall’amore e da rispetto mai conosciuti.

R-esisto, storie di donne tra paura e coraggio è il punto finale di questo attraversamento del dolore e della paura di chi non ha conosciuto l’amore e il rispetto, di chi li ha inseguiti, di chi li ha difesi, ma anche di chi ha avuto la forza e il coraggio di dire no, di scappare, di ricominciare. Di salvarsi.

Nella Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne non si può stare in silenzio e la Scuola alza la voce. Abbiamo voluto fortemente celebrare questo giorno scendendo in piazza, la nostra piazza.” si legge nella presentazione.

A sottolineare i racconti i passi di danza di Amelia, Angela, Anna, Charity, Cristina, Enza, Giuseppina, Marianna, Nunzia, Rosa, Vaska del corso di danza.

Fra i presenti Samuele Ciambriello, Garante delle persone private della libertà della Regione Campania, che a margine dell’iniziativa ha dichiarato: “il sistema penitenziario non può rappresentare ‘il diritto negato’ ma, partendo all’art. 27 della Costituzione che recita ‘Le pene (17 ss. c.p.) non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’ pur nella certezza della pena.”.

La Direttrice della Casa Circondariale di Pozzuoli Maria Luisa Palma ha parlato della ‘sorellanza’, che ha unito attrici e danzatrici in scena e fuori, affermando che “il carcere di Pozzuoli è un carcere antico, non realizzato secondo i dettami della Costituzione, dove le donne si devono adattare in celle con tanti posti e ad una promiscuità, ad una sopportazione reciproca e pazienza.” dove, evidentemente, il rapporto fra estranee si trasforma spesso in un rapporto familiare. Questo tipo di clima, insieme al lavoro delle Istituzioni, delle associazioni e del volontariato “fanno in modo che loro tirino fuori le potenzialità che pensavano di non avere.” chiosa la Direttrice.

Fra le attività svolte all’interno dell’istituto flegreo la didattica, secondo la Dirigente Scolastico dei CPIA della provincia di Napoli Francesca Napolitano, “ha un carattere laboratoriale. L’italiano, ad esempio, tramite il laboratorio di scrittura creativa con la partecipazione dall’esterno anche di scrittrici che discutono con le ragazze le quali hanno anche partecipato a concorsi di poesia. Laboratori di tipo artigianale con carta e tessuti. Tradizionalmente siamo abituati ad una scuola di tipo trasmissivo mentre si dovrebbe imparare ‘facendo’, specialmente in gruppo, perché si assumono ruoli e responsabilità. In questo modo si acquisiscono competenze che sono quelle ‘life skills’ che servono per la vita.” conclude la Dirigente.

Non abbiamo scelto il silenzio o l’invisibilità. – dichiara Angela Cicala fra le organizzatrici dell’iniziativa – Ieri in scena il Teatro. Con le sue verità e le sue palpitazioni. Parole azioni sceniche musica danza. Per costumi di scena abbiamo scelto la essenzialità, la lucentezza e la femminilità delle sottane. Una provocazione sottile, un messaggio chiaro per chi non ha ancora capito. Segmenti di una linea retta che arriva dritto al cuore. Ho percepito l’esistenza di quella rete che può salvare, della r-esistenza delle nostre donne, di quella appartenenza… che come dice Gaber… è ‘avere gli altri dentro di sé’.” conclude la docente che insieme alle colleghe Apa, Caccavale, D’Emilio, Lucignano, Minale e Schiavone, hanno organizzato l’iniziativa.(CFN)