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Luongo: “Rapporto Campi Flegrei? Nessuna novità, non si possono prevedere eruzioni, occorre ottimo monitoraggio”

Luongo: “Rapporto Campi Flegrei? Nessuna novità, non si possono prevedere eruzioni, occorre ottimo monitoraggio”

(CFN) POZZUOLI – Il professor Giuseppe Luongo, ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano che ha seguito da vicino la crisi bradisismica degli anni Ottanta rilascia una dichiarazione dopo l’articolo di questa mattina del Corriere del Mezzogiorno.

PARLA LUONGO Oggi in un articolo sul Corriere del Mezzogiorno è descritto il contenuto di un rapporto sul rischio vulcanico ai Campi Flegrei, prodotto da un gruppo di scienziati e consegnato alla Protezione Civile il 31.12.2012 – afferma il professor Luongo -. Il documento descrive un possibile scenario in caso di eruzione, basato sulla storia eruttiva pregressa. Il suo contenuto non presenta alcuna novità sostanziale rispetto a quanto già noto, non solo alla comunità scientifica, ma anche ai responsabili delle istituzioni e agli abitanti. E’ opportuno, per chiarezza, ricordare che lo scenario è una rappresentazione dell’evento senza vincoli temporali, vale a dire che ciò che rappresenta vale fino a quando il progresso della ricerca scientifica non ne consenta la modifica. Non si tratta, quindi, di una previsione. Gli studiosi dei vulcani non sono in grado di fornire la probabilità del verificarsi di un’eruzione, ad esempio, nei prossimi 50 anni, e tanto meno sono in grado di dire quale potrebbe essere la sua intensità. In queste condizioni non è corretto utilizzare la parola rischio (ovvero il danno atteso), perché mancano i dati per quantificarlo. Al momento i vulcanologi possono, con un efficiente sistema di monitoraggio dell’area, rilevare nel breve termine l’insorgere di quei fenomeni che rappresentano i segnali precursori delle eruzioni. Quando si manifesta tale condizione l’area pericolosa deve essere evacuata nel più breve tempo possibile. Pertanto in un’area vulcanica attiva è prioritario che operi un eccellente sistema di monitoraggio, un efficiente piano di evacuazione e che la comunità esposta sia preparata all’evento. Poi nei tempi lunghi si può lavorare ad un piano per rendere resiliente il territorio a rischio“. (CFN)